Qualcosa da cambiare c’è

Statuto regionale. Le proposte di un gruppo di associazioni cattoliche della diocesi di Perugia - Città della Pieve

Lettera aperta ai consiglieri regionali in vista della seconda lettura dello Statuto regionale. IDENTITA’I gruppi firmatari (vedi articolo in basso, ndr) si uniscono alle osservazioni presentate dalla Consulta Ceu per i Problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, e chiedono al Consiglio regionale di valutare la possibilità di riformulare l’ultimo punto dell’articolo 2 nel modo seguente: ‘- il patrimonio spirituale e culturale, civile e cristiano, caratterizzato dai movimenti benedettino e francescano, che fa dell’Umbria una ‘terra di pace’ e di Assisi la ‘capitale’ mondiale del dialogo tra le religioni.’L’Umbria è conosciuta e ricercata nel mondo per la sua storia cristiana che ha nei santi Benedetto e Francesco i suoi più noti protagonisti. Sarebbe curioso ignorare un santo come Bendetto da Norcia, patrono dell’Europa, dopo aver indicato, nello stesso articolo 2, l’europeismo quale ‘valore fondamentale della propria identità’. È un dato che l’evangelizzazione operata dai monasteri benedettini nei secoli del primo millennio ha caratterizzato la cultura europea. Ancora. Sarebbe curioso ignorare il valore spirituale e culturale di san Francesco d’Assisi nel momento in cui si fa della pace un valore ‘fondamentale della propria identità’. E lo sarebbe ancor di più in un tempo in cui la questione del dialogo religioso si impone non solo ai cultori delle cose dello spirito nè solo della cultura ma addirittura della politica. Grazie a san Francesco, Assisi è di fatto mondialmente riconosciuta quale capitale spirituale del dialogo tra le religioni al punto che si parla, oramai di ‘spirito di Assisi’. FAMIGLIAI gruppi firmatari si uniscono alle osservazioni presentate dalla Consulta Ceu per i Problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e chiedono al Consiglio regionale di togliere dall’articolo 9 l’espressione ‘e tutela le varie forme di convivenza’ in quanto si tratta di espressione equivoca sia perché dalla stessa non è dato comprendere a quale tipo di convivenza si riferisca, sia perché implicitamente equipara alla famiglia altre forme di convivenza non meglio identificate. ISTRUZIONE E FORMAZIONEAll’articolo 13 si propone di sostituire la ormai superata e limitante espressione ‘diritto allo studio’ con la più attuale e completa ‘diritto – dovere di istruzione e formazione’ (al punto 1 e al punto 4). Al punto 1 si chiede di precisare che l’istruzione può essere ‘pubblica e privata’ e che il riconoscimento della Regione è dato in quanto ha una funzione fondamentale ‘nel processo educativo della persona’. Al punto 2 si chiede di aggiungere anche la formazione professionale quale settore cui possono contribuire le istituzioni universitarie locali. A tale proposito va segnalata la mancata menzione del Consiglio Nazionale delle Ricerche che, anche in Umbria, con i suoi 5 istituti, svolge attività di ricerca di alto livello. Non tenerne conto quando si parla di ricerca scientifica e di formazione professionale significa privarsi di preziose risorse presenti sul territorio. Al punto 3, si suggerisce di sottolineare come la prevenzione della dispersione scolastica sia un obiettivo da perseguire, e perseguibile, ‘in stretta collaborazione con le Istituzioni scolastiche’. ECONOMIADi particolare interesse è la previsione all’articolo 18 della ‘valutazione degli obiettivi conseguiti’. Andrebbe specificato e rafforzato il ruolo della valutazione (ex-ante, in itinere ed ex-post), in quanto strumento essenziale per assicurare l’efficacia dell’azione regionale e un effettivo controllo democratico nei confronti della stessa. Proprio sul terreno della valutazione, e della diffusione pubblica delle sue risultanze, vanno riscontrate le maggiori insufficienze con riguardo agli interventi passati, recenti e in corso. Andrebbe inoltre sottolineata l’essenzialità, per la correttezza e l’efficacia dell’azione programmatrice, del riferimento al profilo territoriale delle attività oggetto di intervento programmatico. Più in generale va osservato che, essendo la valutazione un fatto essenzialmente politico, ovvero valutazione dei risultati raggiunti o non raggiunti (cosa diversa dal bilancio) andrebbero rafforzati gli strumenti a disposizione del Consiglio regionale nel suo complesso, e in particolare alle opposizioni. CONSIGLIERIAll’attuale classe politica i cittadini chiedono un gesto che dica chiaramente che lo Statuto regionale, ed in particolare la parte relativa alla ‘Forma di Governo’ non risponde ad una logica funzionale al mantenimento della classe politica (critica molto diffusa che esprime anche una minore fiducia nelle istituzioni elettive) ma risponde ad un disegno istituzionale che ha come obiettivo il bene comune e il servizio alla comunità di persone che vivono in questo territorio.In questo senso si esprime netta contrarietà all’aumento del numero di consiglieri, sia in forma diretta come previsto all’articolo 42, sia in forma indiretta attraverso il meccanismo della incompatibilità previsto all’articolo 66. Tale scelta andrebbe a pesare in modo permanente sul bilancio regionale, che se pur ‘virtuoso’ (dalle dichiarazioni della attuale Giunta) sconterà sempre più il limite derivante dall’essere una regione con soli 800mila abitanti. I firmatari della letteraLa lettera è sottoscritta da: Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (Meic) – Perugia; Associazione Italiana Maestri Cattolici (Aimc) – Perugia; Associazione Medici Cattolici Italiani (Amci) – Umbria; Azione Cattolica Italiana (Aci) – Perugia; Centro Italiano Femminile (Cif) – Perugia; Unione Cattolica Imprenditori e Dirigenti (Ucid) – Umbria; Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi (Uciim) – Perugia; Unione Giuristi Cattolici Italiani (Ugci) – Umbria; Forum delle famiglie – Umbria.