Rifugiati, Cisom: “Soccorrere a tutti i migranti in pericolo”

Alla vigilia della 70a Giornata Mondiale dei rifugiati promossa dall’Onu il 20 giugno, il Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta (CISOM), richiama l’attenzione sull’impegno cruciale di prestare soccorso e salvataggio a tutti i migranti in pericolo.

Attività Cisom nel Mediterraneo

“Dinanzi a una vita in pericolo, il CISOM non si volterà mai dall’altra parte. – spiega il Presidente del CISOM, Gerardo Solaro del Borgo – Quando un essere umano, indebolito da un viaggio di settimane, in condizioni al limite della sopravvivenza, rischia di rimanere inghiottito dalle acque, non vi sono considerazioni da fare se non quelle dettate dai nove secoli di tradizione umanitaria dell’Ordine di Malta, da cui il nostro Corpo di Soccorso discende. Il Canale di Sicilia non può essere il mare della disperazione, vogliamo che sia mare di speranza, futuro, vita e umanità”.

Dal 1° gennaio 2020 a oggi, il CISOM ha soccorso quasi 15mila persone ed oggi è impegnato anche nelle attività di screening del Covid-19 sull’isola di Lampedusa, per fronteggiare l’emergenza sanitaria Covid all’interno della più ampia emergenza sbarchi sulle coste della nostra penisola.

ONU: ogni minuto 20 persone in fuga dal proprio paese

I rifugiati sono tra le persone più vulnerabili al mondo: lo ricorda un messaggio delle Nazioni Unite, a cui si deve l’istituzione, nel 1951, della Giornata Mondiale loro dedicata (20 giugno).

Il Cisom ricorda che in base ai dati ONU ogni minuto 20 persone lasciano tutto per sfuggire a un destino di dolore e miseria e in tutto il mondo sono 70,8 milioni le persone costrette ad abbandonare la propria terra, la casa e gli affetti a causa di conflitti e persecuzioni. Tra questi vi sono quasi 30 milioni di rifugiati, di cui più della metà ha meno di 18 anni.

Il Cisom nel progetto Passim 3 e nell’HOtspot di Lampedusa

Il CISOM si occupa di primissima assistenza sanitaria in mare sin dal 2008, avendo partecipato attivamente ai progetti europei che si sono susseguiti nel corso di oltre un decennio, da Mare Nostrum a Triton, fino all’Operazione Sophia.

Oggi l’impegno quotidiano del CISOM si dispiega nel contesto del progetto Passim 3 (Primissima Assistenza Sanitaria in Mare), a bordo delle unità navali della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, con team sanitari formati da un medico ed un infermiere.

Ogni mese il CISOM impiega 5 medici e 5 infermieri nelle operazioni di salvataggio e prima accoglienza, team dislocati sull’Isola di Lampedusa poiché è da qui che le motovedette partono per i soccorsi in emergenza. Inoltre un medico del CISOM è presente 24 ore su 24 a bordo degli aeromobili presso la base volo della Guardia Costiera di Catania, pronto per effettuare soccorsi in emergenza (MEDEVAC).

Con l’insorgere dell’emergenza COVID-19, l’impegno del CISOM si è sviluppato anche oltre la primissima assistenza sanitaria in mare, e i medici presenti presso l’Hotspot di Lampedusa si sono messi a disposizione per effettuare i tamponi a tutti i migranti sbarcati sull’isola.

Tolomeo (medico): ho visto il terrore nei loro occhi

Come racconta Danilo Tolomeo, medico in pensione e volontario del CISOM di stanza a Catania, con all’attivo decine di missioni di soccorso in mare: “Quello che non puoi dimenticare è l’espressione di terrore nei loro occhi. Il nostro intervento a bordo di un elicottero arriva nella fase più drammatica, quella dove si decide tra la vita e la morte, e leggere il terrore nei loro occhi ti può bloccare, riesci a vedere tutta la loro storia, quella che li ha portati ad abbandonare la propria casa e a intraprendere un viaggio pieno di pericoli”.

Sondaggio Ipsos in 28 paesi: rifugiarsi è un diritto ma …

Il nuovo sondaggio di Ipsos, condotto in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato 2021 tra oltre 19.000 persone in 28 Paesi del mondo, ha analizzato gli atteggiamenti e le opinioni dei cittadini nei confronti dei rifugiati. S

ebbene la maggioranza degli intervistati concorda sul fatto che le persone dovrebbero avere il diritto di rifugiarsi dalla guerra o dalla persecuzione, in pratica, la metà degli intervistati ritiene che il proprio Paese dovrebbe chiudere le frontiere ai rifugiati in questo momento.

Inoltre, in seguito alla diffusione del Coronavirus, in nessun Paese si registra una maggioranza favorevole ad una più ampia accoglienza del numero di rifugiati e a un aumento della spesa pubblica per sostenere i rifugiati in tutto il mondo.