“Scavijamento” solitario o no?

L'alzata dei Ceri
L’alzata dei Ceri

Ogni azione dell’uomo non nasce per caso, ma spesso è il frutto di gesti che si ripetono nel tempo. Parto dal presupposto che i Ceri prima dei lavori effettuati in basilica da padre Emidio Selvaggi (1913-18 ed oltre) venivano sistemati sopra la porta d’ingresso, dove si trovava il coretto invernale dei frati e successivamente nello stanzino ora occupato dalla cappella del Sacramento.

È evidente che per tale operazione occorrevano, per la ristrettezza dei locali, poche persone (quindi non la confusione). Ora ci viene in aiuto la descrizione della Festa dei Ceri che nel 1900 ha fatto il canonico regolare don Federico Fofi: “… dopo una corsa che dura dai quindici ai diciotto minuti, i ceri arrivano dinanzi al convento di S. Ubaldo. Il primo cero sale la scala che mette nel chiostro, ed entrato là dentro, sbarra con tanto di catenaccio il portone, lasciando fuori gli altri due. Fatta 1’ultima birata nel chiostro, i bravi ceraioli depongono il cero, lo staccano dalla barella e lo rimettono al posto. Ciò fatto, si apre la porta, entra il secondo cero e si fanno le stesse cerimonie; e finalmente dopo un bel pezzo è permesso di entrare anche al terzo”.

Dal racconto si evince che i ceri entrano uno alla volta per espletare le varie operazioni che terminano con la collocazione del Cero sopra la porta. Con la trasformazione della chiesa in Basilica a cinque navate nei primi due decenni del ’900 si è trovato per i ceri un altro posto, forse (!!!!?) più consono per attestare l’offerta e la devozione al santo Patrono.

Da allora non c’era più la necessità di smontare i ceri uno per volta ma tale operazione diventa l’elemento soggettivo o psicologico l’ Opinio juris ac necessitatis cioè la convinzione che quel comportamento sia moralmente obbligatorio (opinio juris) o che sia necessario che lo diventi (ac necessitatis). I primi che da sempre entrano nel chiostro se ne sono accaparrati il diritto e da allora, quindi, una condotta ripetuta nel tempo, diviene un precetto giuridicamente obbligatorio ovverossia una norma giuridica non scritta e di carattere generale.

Una ricerca storica, analitica, obiettiva, critica, nulla toglie alla validità di questa meravigliosa manifestazione che è andata adeguandosi ai tempi, e di cui siamo gelosi custodi e sostenitori, ma nulla vieta di modificare parti accessorie alla festa come lo “scavijamento”.

AUTORE: Paolo Salciarini Direttore Ufficio diocesano beni culturali