Si sta svolgendo anche tra i laici un ampio dibattito su come voteranno i cattolici

Sul voto dei cattolici si sta discutendo non solo negli articoli dei giornali ma addirittura nelle riviste e nei libri. Evidentemente siamo divenuti un problema anche per la gente che ci osserva, oltre che per noi stessi. Su questo cambiamento di prospettive sono molti che non si raccapezzano più, anche se non hanno proposte chiare da fare. E’ il grande rompicapo del popolo cristiano che probabilmente porterà purtroppo non pochi a disertare il voto che ci attende a breve scadenza. Tempo di sospensione e di ripensamento, che non va però sciupato con un insano e inutile astensionismo, facile tentazione di chi vive nello smarrimento totale. L’assente ha sempre torto e, alla resa dei conti, col suo atteggiamento, non fa che assecondare la posizione e la vittoria della parte opposta. Un episodio di vero e proprio autolesionismo. Il Presidente della Repubblica ha giustamente richiamato al dovere del voto, ricordando ancora, proprio sulla base di recenti esperienze italiane ed estere, che ogni voto conta. Un invito responsabile da accogliere responsabilmente da ogni cittadino, in particolare da ogni cristiano, che per intima vocazione ha a cuore le sorti della società in cui è chiamato a vivere. Sui principi le due parti dovrebbero fare un severo esame di coscienza, aiutati in questo dagli avvertimenti e dalle direttive del pensiero sociale della Chiesa. Chiediamo su questo un supplemento di riflessione, perché le cose non ci sembrano sufficientemente chiare. Domanda: ma il nostro non è un tempo straordinario in cui sarebbe utile e forse necessaria di nuovo l’unità politica dei cattolici? Una domanda non fuori posto e inutile, stanti le condizioni attuali della vita politica italiana. Una domanda su cui dovremmo forse riflettere nel prossimo futuro. Intanto però ci si attenga a qualche orientamento comune. Anzitutto, proprio in nome dell’attuale difficile situazione, si privilegino nell’attenzione e nel voto i partiti di ispirazione cristiana, presenti sui due versanti della competizione elettorale. A essi però chiediamo di rileggere le indicazioni del concilio Vaticano II, cambiando, specialmente alcuni, lo stile che a tutt’oggi li contraddistingue. Il bipolarismo attuale per ora non consente di più. Sarà poi loro preciso dovere trovare l’unità quando saranno in gioco i principi del pensiero sociale della Chiesa, economia compresa. Sembra che oggi non ci sia consentito di più, un po’ secondo i noti versi di E. Montale: “Codesto solo oggi possiamo dirti,/ ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”.

AUTORE: Giordano Frosini