Silvignano dal comune di Spoleto a quello di Campello?

All'origine della rivendicazione la lontananza geografica da Spoleto

Anche se da qualche settimana non fanno più sentire la loro voce, gli abitanti di Silvignano sono sempre sul piede di guerra, in stato di agitazione perenne. Com’è noto, sono anni che la maggioranza dei residenti dell’amena frazione del Comune di Spoleto ha manifestato il desiderio di “passare” sotto l’amministrazione del Comune di Campello. Le ragioni, sostengono i promotori dell’iniziativa, non nascono da questioni politiche che potrebbero assai facilmente essere strumentalizzate, ma da oggettivi e concreti problemi legati alla lontananza da Spoleto. Anche se il problema, a prima vista, sembrerebbe soprattutto di carattere geografico più che relativo ad un giudizio politico, non si può tuttavia ignorare che le proteste reiterate da anni da quei cittadini che si sono sentiti, spesso a ragione, sempre un po’ dimenticati da Spoleto, abbiano innescato una reazione con una valenza “politica” della vertenza, e avuto un ruolo decisivo nel promuovere la rivendicazione di trasferirsi nel territorio campellino. D’altra parte, se così non fosse, come potrebbe la sola distanza dal capoluogo (13 km.) giustificare la richiesta ed essere l’elemento di spicco e sostanziale della petizione? Le frazioni di Monte Martano e di Valle San Martino, tanto per fare un esempio, cosa dovrebbero dire e fare allora? Un altro “ammutinamento”? Le storie dei confini sono sempre questioni spinose, che si protraggono nel tempo e non sono mai di facile composizione. Nascondono, di solito, problemi di “campanile”, mai del tutto sopiti, che ovviamente si accentuano allorchè fenomeni di emarginazione e disinteresse danno forza alle spinte per rivendicare il diritto a scegliere il destino della propria sorte. A sostegno della rivendicazione sono state anche raccolte le rituali firme e inviate a ciascuno dei due sindaci. Nella petizione si evidenzia, tra le altre cose, come il Comune di Campello, di fatto, già eroghi servizi essenziali come acquedotto, scuole, scuolabus, ufficio postale ed altro ancora. Ad ogni modo, in base a quanto previsto nello Statuto del Comune di Spoleto (approvato di recente), le firme raccolte sono largamente insufficienti a chiedere l’indizione di un referendum (ne servirebbero più di tremila) e, quindi, non resta che aspettare le determinazioni che matureranno in seno ai consigli comunali dei due comuni. Quello di Campello sul Clitunno si è espresso, tutto sommato, favorevole “all’annessione”; quello di Spoleto, per il momento, non ha ancora posto il problema all’ordine del giorno del Consiglio comunale. Ad ogni modo, il sindaco Brunini non ritiene possibile che la frazione di Silvignano cambi comune per il troppo complesso meccanismo di autorizzazioni e di provvedimenti che si rendono necessari. Nell’attesa che giunga un possibile “soccorso” degli spoletini aderendo alla sottoscrizione per consentire di raggiungere il quorum richiesto e, quindi, svolgere un possibile referendum, non resta altro da fare che prendere atto delle esigenze avanzate dagli abitanti di Silvignano cercando di dare risposte chiare e circostanziate volte a risolvere i principali problemi evidenziati. Se l’Amministrazione comunale sarà convincente sia negli atteggiamenti sia nei fatti, si potrà anche immaginare che gli “scissionisti” tornino sulle decisioni assunte.

AUTORE: Aldo Calvani