Statuto, va sciolto il nodo dell’elezione del presidente

Solo a settembre la proposta per la nuova "carta'' regionale sarà definitiva

Si procede nella convinzione che il nuovo statuto regionale trovi il consenso del più ampio panorama di forze politiche ma vanno definiti con chiarezza alcuni punti (forma di governo, elezione del presidente della giunta, ruolo del consiglio regionale) sui quali la convergenza dei vari schieramenti non è per niente scontata. In due anni di lavoro la commissione statuto del Consiglio regionale umbro ha prodotto un testo – è ancora una bozza – che verrà esaminato in aula nel prossimo settembre. Poi si andrà avanti con la partecipazione per arrivare ad un primo voto entro l’anno: l’approvazione definitiva dovrebbe avvenire entro la primavera del 2004 in modo tale da non ricadere alla vigilia del rinnovo delle cariche regionali, con le tensioni che ne conseguono. Questo percorso, giudicato positivamente dai vari componenti della commissione – perché si è “lavorato in modo unitario” – ha portato all’elaborazione di un testo corposo (cento articoli!) dove sono inclusi i principi generali e le norme programmatiche, gli strumenti della partecipazione e i rapporti con l’Europa e con gli enti locali. Manca il punto di equilibrio tra i poteri della Giunta e quelli del Consiglio, tra l’esecutivo e l’assemblea. In ogni caso la commissione ritiene che la legge elettorale debba ispirarsi al principio proporzionale con i correttivi necessari a garantire la stabilità del governo, anche mediante la previsione di un premio di maggioranza a favore della coalizione vincente (che toglierebbe di mezzo l’attuale ‘listino’, collegato alla compagine vincitrice, ma esterno ai candidati delle singole liste elettorali). Il nodo principale sembra essere quello dell’elezione del presidente. Per lo Sdi – ha sottolineato Marco Fasolo – l’elezione del presidente deve avvenire prima con l’ indicazione del suo nome nella scheda elettorale e poi “con un passaggio in consiglio che ne approvi il programma. Anche in questo modo si può svincolare il ruolo dell’ assemblea da quello del presidente dell’ esecutivo”. Lo Sdi è favorevole ad un numero limitato di assessori esterni all’ assemblea”. La posizione di An è espressa da Pietro Laffranco favorevole alla “elezione diretta del presidente della giunta” ma vuole assessori “per lo più interni” al consiglio. Ha chiesto inoltre di “rafforzare gli strumenti con i quali l’ assemblea elettiva può controllare gli atti di governo”. La Margherita – ha spiegato Gianpiero Bocci – “non accetta passi indietro” rispetto all’ elezione del presidente “così come è venuta affermandosi nel paese” chiedendo formule “per evitare ribaltoni durante la legislatura. La vera sfida – ha aggiunto – è quella di far riappropriare il consiglio del suo ruolo di riferimento politico”. I Ds – ha messo in evidenza Lamberto Bottini – intendono “potenziare le funzioni di controllo dell’ assemblea regionale” ma auspicano ”esecutivi stabili e maggiore forza alle coalizioni, evitando che la giunta possa subire condizionamenti dal consiglio”. Per l’elezione del presidente della Regione pensano ad una “diretta temperata”. Forza Italia è per l’ elezione diretta ”con opportuni meccanismi di controbilanciamento – ha detto Francesco Renzetti – a favore del consiglio regionale” e per il metodo proporzionale con premio di maggioranza. L’Udc – ha rilevato Enrico Sebastiani – punta a “ridare forza all’ assemblea elettiva” però preferisce che il presidente sia eletto dopo un passaggio consiliare sul programma. E’ favorevole ad una formalizzazione consiliare dell’elezione del presidente anche Rifondazione comunista che – dice Mauro Tippolotti – sollecita assessori “non esterni” ed un numero di consiglieri “dimensionato dalle nuove funzioni dell’assemblea. Maurizio Donati, del gruppo misto comunista, è per l’elezione consiliare del presidente della Regione, ed anche Moreno Finamonti (Democratici) è favorevole all’elezione indiretta, “perchè la politica è collegialità”. Non sarà così automatico trovare un punto di sintesi tra le varie posizioni. I principali passaggi della commissione – Il 14 dicembre 2000 il Consiglio regionale ha approvato la legge istitutiva della Commissione speciale per lo statuto stabilendo che entro dicembre 2001 dovrà presentare la proposta della nuova carta regionale. – Il 22 marzo il Consiglio ha eletto i membri della commissione. La presidenza è andata all’opposizione: eletta Fiammetta Modena (Fi); vice presidente Lamberto Bottini (Ds). Gli altri membri: Giampiero Bocci (Ppi) Maurizio Donati (Gruppo misto comunista), Marco Fasolo (Sdi), Moreno Finamonti (Democratici), Pietro Laffranco (An), Carlo Ripa di Meana (Verdi ecologisti), Enrico Sebastiani (Udc), Mauro Tippolotti (Prc). Era componente della commissione anche Maurizio Ronconi, poi eletto in Senato. – Il 1 luglio 2001 il Consiglio regionale ha approvato il programma di lavoro della commissione articolato in cinque parti: la storia dei trenta anni di regionalismo; l’identità regionale; i principi fondamentali; forma di governo e legge elettorale; il sistema delle “fonti”. – Il 18 Luglio 2001 la commissione ha avviato le audizioni. – Il 17 settembre il sito internet del Consiglio regionale (www.consiglioregumbria.org) ha attivato una sezione dedicata alla Commissione Statuto. – Nel 2002 si susseguono incontri e audizioni e il Consiglio regionale approva la proproga per il termine dei lavori fissato nel mese di dicembre 2002- Il 30 giugno 2003 la presidente Fiammetta Modena ha illustrato in Consiglio i contenuti del testo, non ancora definitivo – Dal mese di settembre inizierà la partecipazione con le forze sociali e le associazioni. – L’approvazione definitiva dello statuto, dopo un primo passaggio in aula nel mese di dicembre 2003, dovrebbe essere attuato entro la primavera del 2004, ad un anno esatto dal rinnovo delle istituzioni regionali.

AUTORE: Romano Carloni