Un sussulto d’ira

Stavo concludendo la mia chiacchierata sugli apporti esogeni alla moderna visione cristiana del mondo, quando m’è capitato di leggere questo commento della strage delle Due torri: “Tra i tanti modi di morire ne esiste uno, il più criminoso, il più assurdo, quello che più offende la semplice ragione, quello che dal principio dei tempi e della civiltà ha il mandato di uccidere in nome di Dio. Le religioni, tutte, non serviranno mai per avvicinare e riconciliare gli uomini; al contrario, esse sono state e continuano ad essere cause di sofferenze inenarrabili, di stragi, di mostruose violenze fisiche e spirituali che costituiscono uno dei capitoli più terribili della misera storia umana. Almeno come segno di rispetto per la vita, dovremmo avere il coraggio di proclamare in tutte le circostanze questa verità evidente e dimostrabile, ma la maggioranza dei fedeli di qualsiasi religione non solo finge di ignorarla,, ma si leva iraconda e intollerante contro coloro per i quali Dio non è altro che un nome, il nome che, per paura di morire, un giorno gli abbiamo messo e che sarebbe venuto a sbarrarci il passo per un’umanizzazione reale”. Firmato José Saramago. Exarsit iecur meum. Un insulto d’ira inconsulta ha vaporizzato l’irenismo del quale di norma gronda la mia pallente abat jour. Questo piccolo capolavoro di ignoranza crassa, questo rutto da hooligan al whisky d’annata, reca la firma di un docente universitario, esponente della Morale Laica. Hanno tutto il diritto, Lor Signori, di adorare una ragione talmente debole da non rendersi conto di come sia supremamente ragionevole riconoscere i propri limiti ed aprirsi all’Oltre. Un po’ meno comprensibile, da parte loro, l’accusa di alienazione che rivolgono a noi credenti, loro che (pur di non prendere in esame nemmeno l’ipotesi che esista davvero una vita eterna) di fronte ai 300/350mila uomini che muoiono ogni giorno dicono “Pazienza”. Ma Lor Signori non hanno nessun diritto di ignorare la distinzione elementare fra una cosa e l’uso che ne viene fatto. Quanta fatica occorrerà per riuscire a far capire il concetto al professor Saramago? Quando verrà il giorno in cui il direttore di Repubblica rimanderà indietro articoli come quello del professore, con un enorme frego di iraconda matita blu per traverso, e sotto la scritta: 4, somaro!