Urla del silenzio dei bambini

Un seminario di studio ha affrontato il tema dei maltrattamenti e abusi contro i minori, fenomeno in crescita e spesso nascosto

Sempre più bambini sono oggetto di maltrattamenti e abusi, e cosa più preoccupante è che tali azioni avvengono perlopiù entro le mura domestiche. I motivi sono diversi e non si parla solo di violenze sessuali, ma di abusi e maltrattamenti di altra natura, che possono segnare la sfera psicologica ed emotiva del bambino anche per tutta la vita: a volte basta essere oggetto semplicemente di contesa tra due genitori divorziati, scherno, denigrazione, trascurati, malnutriti (succede anche questo!), vittime di genitori con problemi. Su tali temi e su come i servizi (pubblici e sociali) si stanno organizzando in merito si è parlato in un seminario di studi che si è svolto il 17 – 18 novembre scorso a Palazzo Cesaroni, in occasione della Giornata nazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che cadeva il 20 novembre scorso. A promuovere il convegno su ‘La protezione e la tutela dall’abuso e maltrattamento: organizzazione dei servizi e percorsi integrati’ è stata la Regione Umbria, assessorato alle Politiche sociali. Una due-giorni nel corso della quale l’argomento è stato affrontato da diverse angolature, perché il fenomeno, per la sua complessità, oltre che delicatezza, chiama in causa diversi soggetti, (i servizi sociali, le Asl, i servizi pediatrici ospedalieri e del pronto soccorso, il Tribunale dei minorenni, gli operatori scolastici), ognuno dei quali, nell’ambito della propria competenza, è chiamato a dare il proprio contributo per prevenire ed arginare il fenomeno. Ma se non c’è collaborazione, o integrazione, come è stato sottolineato più volte dai responsabili degli enti intervenuti, il comune obiettivo di salvaguardare l’infanzia e l’adolescenza non sarà raggiunto. ‘Quello che preoccupa di più è tutto un sommerso che non viene denunciato – spiega Carla Berardi, pediatra, membro del consiglio direttivo del Centro per la salute dei bambini di Trieste e dell’Ispcan (International society for prevention of child abuse and neglect) – vuoi per paura di uno dei due genitori, vuoi per blocco emozionale, o perché chi è chiamato ad individuare l’abuso non è in grado di riconoscerlo. Per questo è importante la formazione specialistica di chi viene a contatto con queste situazioni’.La Regione Umbria, ha ricordato l’assessore regionale ai servizi sociali Damiano Stufara, intervenuto all’incontro, è impegnata da tempo a promuovere interventi integrati tra le istituzioni pubbliche, il privato sociale e la scuola. È stato creato uno staff con operatori qualificati (psicologi, un pediatra, un neuropsichiatria e un assistente sociale) la cui formazione è stata curata dalle due province. ‘Al momento – spiega la Berardi – sono state create tre équipe (a Perugia e Foligno, già operative, mentre Città di Castello lo sarà tra breve) che offriranno da consulenza ad operatori che sospettano un caso d’abuso, sia per analizzare i segni e i sintomi, sia per consigliare e sostenere la segnalazione alla Magistratura, nel caso sia necessario. Inoltre dovrebbe fare da consulente all’Autorità giudiziaria per l’accertamento dell’eventuale abuso’.In collaborazione tra ufficio scolastico regionale e Regione sarà stampato un opuscolo informativo che verrà distribuito in tutte le scuole di ordine e grado, anche alle materne, dove con un linguaggio semplice i minori potranno imparare a riconoscere situazioni pericolose dalle quali difendersi.Dai primi mesi del prossimo anno sarà attivato anche un numero d’emergenza, il ‘144’, già in funzione in altre sei regioni italiane: ‘Raccoglierà segnalazioni di abuso e maltrattamenti nei confronti dei minori – ha spiegato Gianfranco Consalvo, dirigente della Questura di Perugia.

AUTORE: Manuela Acito