Viaggio nei luoghi di Gesù, tra chiese di pietra e Chiese vive

Mons. Bottaccioli racconta il viaggio dei vescovi italiani in Terra Santa

Da Tel Aviv nel primo pomeriggio di martedì 22 aprile saliamo a Gerusalemme: siamo una ristretta delegazione della Conferenza episcopale italiana (Cei) composta da 9 vescovi, guidata da mons. Giuseppe Betori, segretario generale e accompagnata da un piccolo gruppo di giornalisti. Ho la gioia di parteciparvi anch’io, sono addirittura il decano (cioè il più anziano). Arrivati a Gerusalemme, la prima visita doverosa è al vescovo di quella Chiesa, il patriarca latino di Gerusalemme, sua beatitudine Michel Sabbah che ci riceve nel Palazzo patriarcale. Nel cordiale saluto, mons. Betori gli esprime il senso del nostro pellegrinaggio: preghiera, solidarietà, ecumenismo. Vivissimo il ringraziamento di Sabbah che da questa visita si sente come sollevato da quel sentimento di solitudine sofferta in questi ultimi tempi di guerra rotta solo dalla continua premura del Santo Padre. L’esodo dei cristiani dai luoghi santi Il Patriarca ringrazia per i consistenti aiuti già ricevuti dalla Cei e particolarmente perché spera che questa visita riapra la strada ai pellegrinaggi che servono a dare incoraggiamento e sostegno ai cristiani e a frenare la loro emorragia che rischia di lasciare i Luoghi Santi senza le comunità cristiane. La popolazione cristiana infatti sta diventando una parte sempre più esigua della popolazione del Paese rappresentando attualmente appena il due per cento. Questo esodo è determinato da una situazione insostenibile derivante dal conflitto araboisraeliano con i problemi connessi del pericolo, della casa, della disoccupazione, dello stato di isolamento trovandosi stretti i cristiani tra i due gruppi maggioritari, ebrei e musulmani. Insieme al Patriarca abbiamo affidato la nostra speranza al Signore recitando insieme il Padre nostro per la pace nella Terra di Gesù e in tutto il mondo. Alla visita al Patriarca è seguita la concelebrazione Eucaristica nella chiesa parrocchiale (in tutta Gerusalemme vecchia e nuova c’è un’unica parrocchia di quattromilacinquecento abitanti). Proprio la lettura liturgica degli Atti, che ricorda l’origine della comunità madre di Gerusalemme, mi ha dato lo spunto per l’omelia che come Presidente dell’Azione liturgica è toccato a me di tenere, ricalcando con commozione i versetti del salmo 87: “Il Signore scriverà nel libro dei popoli: là costui è nato; e danzando canteranno: sono in te tutte le mie sorgenti” e richiamando le linee architettoniche di quella comunità: l’insegnamento degli apostoli, la comunione fraterna, il pane spezzato dell’eucaristia e le preghiere, che sono diventate le linee normative di ogni autentica comunità cristiana. A Betlemme la visita alla basilica della Nativitàe all’UniversitàMercoledì 23 aprile partiamo presto per Betlemme; breve sosta al posto di blocco per la rituale ispezione da parte dei soldati israeliani e poi si prosegue con un largo giro, perché la via principale che passa davanti alla Tomba di Rachele è sbarrata, solo gli israeliani possono accedervi, e riprendiamo l’ultimo tratto della via Paolo VI: una desolazione, la via è deserta, le case sbriciolate dalle cannonate, i negozi chiusi. Arriviamo alla basilica della Natività, siamo soli, ma immediatamente circondati da cinque o sei venditori ambulanti che offrivano con insistenza la loro povera mercanzia: “Cinque euro, dieci euro; ho cinque figli, ho otto figli non hanno da mangiare”. Come si fa a far finta di non sentirli? Abbiamo la possibilità di celebrare l’eucaristia nella Grotta santa insieme ai frati di Betlemme; cantiamo in gregoriano la Messa degli Angeli intonando con commozione in questa Terra martoriata: “Gloria a Dio e pace agli uomini che Egli ama”. Ci viene poi offerta la colazione preso la scuola “Terra Santa School” tenuta dai Francescani e dalle suore di San Giuseppe, frequentata complessivamente da oltre duemila alunni, dalla materna alla maturità. Proprio quel giorno si sostenevano gli esami di maturità alla fine di corsi scolastici portati avanti tra i pericoli della guerra e del coprifuoco. Il direttore della scuola padre Ibrahim Faltas ci spiega la vita della scuola e la difficoltà delle famiglie di dare anche il minimo contributo. Supplisce la generosa carità dei Frati e una iniziativa di adozioni a distanza (362 euro annuali per adozione) nata tra le diocesi toscane. A padre Ibrahim, il francescano che agì da intermediario nei trentanove giorni di assedio della basilica della Natività, abbiamo chiesto dettagliate notizie di quei terribili giorni che vanno dal 2 aprile al 10 maggio 2002. In duemila anni tante le vessazioni subite alla Natività, non sono mancati nemmeno i martiri tra i francescani, ma non era mai accaduto che si posizionassero gruppi armati dentro e fuori la basilica. Di quei giorni è uscito un volume interessantissimo L’assedio alla Natività scritto da Giuseppe Bonavolontà, Marc Innaro e da padre Ibrahim che ne ha offerta una copia a ciascun vescovo con dedica particolare ad ognuno. Questa la mia: “A Mons. Bottaccioli, Pastore della Città dove san Francesco con il suo amore ammansì il lupo, con tanta amicizia e fraterno affetto”. Non lasciateci soliIl pranzo in convento con tutta la comunità francescana e con le suore: avevo davanti a me suor Lisetta che durante l’assedio ha curato i palestinesi feriti e suor Nunziatina che ha fatto miracoli per cucinare qualche cosa per loro. Erano presenti il Nunzio apostolico mons. Sambi, il Custode della Terra Santa padre Giovanni Battistelli, nativo di Spello, il sindaco di Betlemme, il cristiano palestinese Hanna Nasser. Un convivio di vera fraternità con scambi di saluti e di impegni. La preghiera più ripetuta: “Non ci lasciate soli”. Il pomeriggio abbiamo avuto modo di visitare l’Università di Betlemme tenuta dai Fratelli americani delle Scuole Cristiane e nata per volontà di Paolo VI nel 1973: ci ha rallegrato vedere tanti giovani, in maggioranza ragazze: 2200 studenti divisi in sette facoltà a prevalente indirizzo linguistico ed economico. Abbiamo poi visitato l’orfanatrofio di Suor Sophie e il Baby Hospital: non potevano mancare, qui dov’è nato il Bambino Gesù, queste iniziative di carità per i bambini. Tornando a Gerusalemme cordiale è stata la visita al Patriarca Armeno con il quale abbiamo anche pregato insieme. E’ stata la prima visita ecumenica. In serata ci ha ricevuto mons. Sambi, con il quale abbiamo cenato insieme al cardinale Carlo Maria Martini: interessante è stato l’aggiornamento sulla situazione. Ci saluta quindi fraternamente ringraziandoci per essere venuti e auspicando che ciascun vescovo italiano organizzi un pellegrinaggio dalla sua diocesi alla Terra Santa. L’incontro con il Consiglio pastorale parrocchialeGiovedì 24 aprile apriamo la giornata con la concelebrazione eucaristica al Santo Sepolcro presieduta dal card. Martini che, sottolineando nell’omelia con quale delicatezza Gesù Risorto ha aiutato gli apostoli e le pie donne a superare i dubbi e ad arrivare alla fede piena nella risurrezione, ci ha esortato a imitarlo nella comunicazione della fede agli uomini di oggi percorsi da tanti dubbi e da tante incertezze. Nella mattinata nuovi incontri ecumenici con la visita ai copti, ai monaci abissini e al Patriarca greco ortodosso che ha chiesto a mons. Betori di portare il suo saluto al Santo Padre. Nel pomeriggio visita alla parrocchia di San Salvatore. Incontriamo un consiglio pastorale molto vivo e partecipe in cui tutti hanno preso la parola dicendo la difficoltà e offrendo proposte con molta serietà; un oratorio pieno di ragazzi a cui attendono giovani animatori; l’Istituto Magnificat, una scuola di musica, con sette indirizzi: pianoforte, organo, composizione organistica, canto, composizione, musica didattica, canto gregoriano, musica corale e direzione di coro. Abbiamo pure gustato nel magnifico salone da 500 posti un programma di sonate classiche e un grazioso coro di ragazzi di folclore palestinese. In serata mi è riuscita una capatina al Muro del Pianto affollato di ebrei per la preghiera cui mi sono associato recitando nel cuore due salmi dell’Antico Testamento e due Inni del NuovoAppartamenti per le famiglie cristiane, povereVenerdì 25 aprile, ultimo giorno. Visita al Cenacolo, alla Tomba di Maria, alla Grotta del Tradimento, all’Orto degli Ulivi e nella basilica del Getsemani Concelebrazione presieduta dal Patriarca Michel Sabbah che ha voluto pregare con noi prima di salutarci. L’ultima visita è stata a Betfage dove la Custodia di Terra Santa sta costruendo appartamenti per le famiglie di cristiani, poveri, che poi consegna in affitto a bassissimo prezzo per evitare l’esodo. Nell’immediata vicinanza del Santuario si stanno costruendo 72 appartamenti: un vero quartiere che prende il nome da san Francesco, il cui costo preventivo supera i dieci miliardi di dollari. Siamo entrati a vedere due appartamenti: sono grandi, ariosi tenuto conto delle famiglie numerose, ma ci sono anche appartamenti più piccoli per anziani soli. Il piano fa parte di un programma più generale già attuato in tanta parte. Solo nella Città vecchia di Gerusalemme la Custodia ha 392 appartamenti messi a disposizione di altrettante famiglie cristiane. Altri appartamenti si sono costruiti a Bet Hanina (42), a Betania (20), a Er-Ram (18) frutto delle offerte dei pellegrini e dei cattolici di tutto il mondo. L’impegno dei vescovi “torniamo in Terra Santa” Mons. Betori facendo il bilancio della visita ha commentato: “Sono stati quattro giorni vissuti con un doppio sentimento: da un lato la tristezza perché in questi luoghi che fino a qualche tempo fa erano pieni di pellegrini provenienti da tutto il mondo, ora c’è il vuoto. Dall’altro la gioia per l’affetto con cui siamo stati accolti dalla comunità locale che benché piccola è molto attiva. Un affetto che ora richiede di essere ricambiato. Un primo modo potrebbe essere proprio quello di riprendere i pellegrinaggi dato che la situazione si è abbastanza normalizzata. Oltre ai pellegrinaggi continuerà l’aiuto che la Cei attraverso l’Otto per mille fornisce alle comunità locali”. Tutti insieme noi vescovi abbiamo detto che ci sia continuità al nostro pellegrinaggio e che va sconfitta la paura di partire. Io già mi sono impegnato per un pellegrinaggio diocesano nella prossima estate e di proporre al Servizio regionale di Pastorale giovanile iniziative di incontri tra nostri giovani e giovani cristiani di Terra Santa…

AUTORE: 'Pietro Bottaccioli