Dispute trasversali

Il Centro Sinistra cerca nuovi equilibri per Rifondazione. Ma il tentativo di coinvolgere la Provincia non è riuscito

Tutto comincia sei mesi fa in Regione con la sigla di un accordo che non trova una soluzione. Finché viene trovato un’escamotage. Niente Presidenza del Consiglio Regionale, niente nuovo assessorato regionale a Rifondazione: la soluzione sembra essere un assessorato in più in Provincia. Come dire la patata è bollente passiamola a qualcun altro. Ma molti, per non dire tutti, si rendono conto che un nuovo assessore provinciale alla vigilia delle elezioni amministrative costituisce un “non sense” assoluto e tra l’altro aumenta anche i costi di bilancio. Per Giulio Cozzari quindi la questione non poteva essere posta in questa maniera, perché – secondo lui – “Il problema che ci è stato posto dalla coalizione di centrosinistra non riguarda e non riguardava solo questioni legate alle esigenze della coalizione, ma essendo questa alla guida delle principali amministrazioni umbre, il buon governo dell’intera regione”. Così la pur legittima richiesta di un processo di riequilibrio interno “sorto altrove”, poteva trovare soluzione alla Provincia di Perugia “purchè non fosse stata scalfita e messa in discussione la dignità di un ente che, in questi anni, ha assunto una funzione centrale nel panorama istituzionale vedendo le sue responsabilità enormemente accresciute”. La cosa poteva avere “una sua dignità” e uscire dalla routine di una fin troppo abusata pratica “dell’aggiungi un posto a tavola”, in un processo di revisione con tempi molto più lunghi, anni e non mesi. In tempi normali questo percorso avrebbe forse trovato pochi ostacoli e sarebbe iniziato e si sarebbe concluso, senza i clamori che l’hanno caratterizzato. Ma l’intrecciarsi di una vicenda “vecchia” con i tamburi elettorali ha fatto saltare il tappo. Ogni membro della coalizione ha approfittato dell’occasione per cercare di costruire qualche vantaggio in vista di una trattativa difficile che dovrà vedere il rinnovo delle guide e delle squadre di governo delle amministrazioni provinciali, dei principali comuni e di grandi centri dell’Umbria. Risultato Il documento politico che doveva sancire quelle poche cose che avrebbero dato un minimo senso all’operazione è stato scritto, riscritto, modificato, emendato ed infine abbandonato facendo fallire il tutto e riportando (si fa per dire) l’intera questione dove era nata: dentro il palazzo della Regione. Ora tutta questa vicenda suggerisce alcuni tipi di riflessione. Se una questione che possiamo definire marginale ha creato tali e tanti problemi, che cosa può succedere quando si dovranno definire gli assetti istituzionali e le candidature elettorali? Il diluvio universale o catastrofi simili? La verità è che sempre più si perde di vista che la politica non può e non deve servire i politici, ma i cittadini. E allora le richieste dei partiti devono essere misurate con le necessità e le legittime domande di buongoverno che vengono dalla società. Invece, finita la diatriba, abbiamo assistito a minacce di crisi, a giudizi sommari a uscite o presunte tali, di assessori dalle Giunte, senza che nessuno si sia chiesto se tutto questo era utile all’Umbria. Valeva la pena scatenare tutto questo putiferio per qualche assessore in più, fra parentesi a tempo molto determinato? La risposta è no, visto che, tra le altre cose, questi balletti non fanno altro che allontanare la gente dalle istituzioni. Se questa è la politica, visto che anche le “prove d’orchestra” del Centrodestra hanno mostrato qualche lotta di potere, c’è veramente di che preoccuparsi. Questa è la strada che porta alla “Corrida”. Per evitarla bisogna che si torni ad utilizzare gli strumenti veri della politica. Quando si avvicinano tornate elettorali come queste occorre abbassare gli interessi di partito ed alzare quelli generali. Per questo, prima di fare qualsiasi organigramma, amministrazioni, opposizioni e persone vanno giudicate sulla base di quello che hanno fatto. Servizi, scuole, ambiente, strade, lavoro, sociale, cultura. Ecco questi sono buoni argomenti sui quali costruire le coalizioni e i candidati. E’ tanto semplice, ma sembra diventato tanto difficile.

AUTORE: DaDo