Incidenti sul lavoro. Triste primato dell’Umbria

La molteplicità degli enti di controllo rende il sistema ineficace

Chi coordina i controllori? È paradossale, irrispettoso nei confronti dei morti sul lavoro e delle loro famiglie sentire oggi parlare della necessità di un migliore coordinamento, anche in Umbria, dell’attività dei controllori. Ascoltare Celestino Tasso della Fim Cisl ternana significa cadere nei prossimi incubi: ‘Chi deve effettuare i controlli sulla sicurezza dei lavoratori – dice – trova sempre qualcos’altro da fare, mai quello che deve fare’. Poi butta là una frase da scrivere sui civici palazzi, da Terni a Torino. ‘Ci siamo già dimenticati i volti di chi è morto per lavoro, ormai sono dei numeri’. L’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail), sul suo sito – al posto del rapporto regionale sull’Umbria – pubblica quello dell’Alto Adige. Solo numeri, dunque? Tanti controllori, ma poco coordinatiUmbria 2006: infortuni 18.832, di cui 26 mortali (20 nell’industria e 6 in agricoltura); la loro frequenza è la più alta d’Italia, più 47 per cento sulla media nazionale. Il sindacalista ternano continua: ‘Manca la voglia di controllare e, dunque, gli ispettori. E prima che le segnalazioni delle nostre rappresentanze unitarie vengano prese in esame”. L’Italia rispetta molti ‘minuti di silenzio’ per le vittime del lavoro (l’ultimo chiesto da Cgil-Cisl-Uil mercoledì scorso, alle 11.30), ma non applica le sue buone leggi. L’Inail, il 10 dicembre scorso, ammette: ‘Dopo i drammatici avvenimenti delle acciaierie ThyssenKrupp di Torino risulta ancora insoluto il punto relativo al coordinamento tra i diversi enti ed organismi pubblici che si occupano di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro’. Appunto. Essi sono: il ministero del Lavoro (attraverso le direzioni provinciali), le Regioni (tramite le Asl), i vigili del fuoco, l’Inail, l’Istituto superiore prevenzione e sicurezza sul lavoro (Ispels), i carabinieri per la sicurezza sul lavoro. Tanti ‘galli a cantare’ che, insieme a datori di lavoro lucrosamente irresponsabili, generano troppi infortuni. L’Asl di Terni: ‘La Tk ha sistemi di prevenzione infortunistica avanzati’ La direttrice dell’Ispels di Terni, Maria Nice Tini, spiega che ‘questo ente di diritto pubblico vigila sulla conformità dei macchinari alle norme tecniche. Si presuppone che le attrezzature in funzione rispettino le leggi comunitarie, cosa di cui il datore di lavoro deve preoccuparsi per primo’. Nel 2006, l’Ispels ternano ha controllato 410 impianti elettrici e anti scariche atmosferiche, 473 impianti di riscaldamento, 410 impianti fissi a pressione (bomboloni gas, impianti di ospedali, ecc.), 82 macchine da sollevamento. ‘Miriamo a risolvere subito i problemi di difformità dei macchinari. Se stiliamo un verbale negativo, la palla passa alla magistratura’. ‘La ThyssenKrupp di Terni’, afferma il responsabile del Servizio sulla sicurezza degli ambienti di lavoro della Asl 4, Luciano Sani, ‘ha avanzati sistemi di prevenzione infortuni per i suoi dipendenti. Più indifesi sono i lavoratori delle ditte appaltatrici. Problematica è poi la situazione dei sistemi organizzativi e di prevenzione incidenti della piccola impresa’. Nel 2006 l’Asl ternana, su 16.524 aziende, ha ispezionato 200 cantieri edili e 600 aziende. Adesso l’obiettivo è visitare almeno 300 cantieri edili.

AUTORE: Paolo Giovannelli