Nella ricorrenza dei 710 anni del duomo di Orvieto, la sagra della cattedrale

Nicolò Ciotta nuovo diacono a servizio dei fratelli della diocesi

Il 14 novembre è la scadenza annuale di una festa la quale ha la sua bella collocazione in rilievo nel calendario della Chiesa particolare, ed esercita un richiamo non indifferente per la solennità dell’azione liturgica, che richiama su di essa non solo la comunità di una città, ma l’intera famiglia diocesana, come proprio centro e cuore e come cattedra di verità e di vita di Colui che ne è stato investito a ricoprirvi il ministero di pastore, maestro e guida delle anime che la compongono. Circa le ore 17.00, ha avuto luogo la concelebrazione programmata, alla quale ha partecipato, facendo corona all’eccellentissimo Presidente, una degna rappresentanza del presbiterio della diocesi con il collegio dei diaconi al completo ed una presenza di popolo, ridimensionata forse a causa dell’inclemenza del tempo e del carattere lavorativo della giornata. E’ questa una di quelle circostanze in cui la Chiesa particolare che è in Orvieto e Todi ama di esprimere dal suo seno nuove forze di rincalzo a servizio della comunità, segni evidenti della sua fecondità. Quest’anno è stata la volta di don Nicolò Ciotta a presentarsi davanti al Vescovo per dichiarare la sua disponibilità a servire i fratelli nel sacro ordine del diaconato. Non originario di Orvieto, ma quivi residente per ragioni di lavoro – egli ricopre l’ufficio di ispettore presso il locale Commissariato di polizia di stato – si è sempre ben segnalato, partecipando attivamente nel campo liturgico e in quello della carità. Il privilegio della presentazione è andato al parroco della popolosa parrocchia dei santi Stefano e Anna nei pressi dello scalo della città, dove il suddetto neo diacono vive con la sua famiglia, mons. Sauro Carletti, il quale ne ha assolto ben volentieri il compito, perché, in tempi di scarsità di vocazioni al servizio attivo della Chiesa, come quelli di oggi, la scelta fatta da un nuovo eletto è una vera provvidenza di Dio, ed anche un frutto speciale che dice la prosperità del terreno. Ma soprattutto hanno dimostrato la loro compiaciuta partecipazione gli oltre dieci diaconi, che capitanati dal confratello anziano don Vincenzo Coletta, hanno fatto corona al neo consacrato, sostenendolo con la preghiera e l’augurio del cuore e ringraziando il Signore per il loro numero che cresce. E poi tutti i fedeli presenti, da più parti giunti, e specialmente i più vicini al festeggiato, quale la consorte e la figlia e i superiori e i compagni di lavoro e i parrocchiani accorsi, hanno dichiarato la loro soddisfazione e simpatia. Presente anche una delegazione di Viterbo, diocesi di provenienza, con tanto di Vicario generale in testa. Una vera festa , insomma, una autentica festa di questa Chiesa, carica di secoli e di vicende, che dimostrava così di essere ancora viva e vegeta. Il Vescovo ovviamente vi ha fatto risonare dentro la sua voce e come pastore e come presidente della celebrazione, esprimendo anche lui la compiacenza sua e del presbiterio presente e assente, enucleando il vero significato di quanto sotto le auguste volte dell’incomparabile tempio a quell’ora avveniva – suggestiva l’immagine del passaggio del testimone a chi lo raccoglie, in questa lunga corsa nel tempo – e ringraziava Iddio e anche gli uomini non solo per la singolare bellezza e speciosità, ma per la preziosa intima, pure, vitalità, di questa sua Chiesa, che riesce dal suo grembo ancora ad estrarre, a non finire, cose vecchie… e nuove.

AUTORE: (civis)