L’editoriale. A Cuba incontro storico per l’ecumenismo e la pace tra Papa Francesco e il patriarca Kirill

Un incontro storico per l’ecumenismo e la pace è quello che avverrà a Cuba, in ‘territorio neutro’, tra Papa Francesco e il Metropolita di Mosca e di tutte le Russie, Kirill. Gli umbri, soprattutto i perugini, ricorderanno la venuta a Perugia di Kirill, allora Metropolita di Smolensk e Kaliningrad, il 2 ottobre 2002 per ricevere dall’Università di Perugia la laurea honoris causa in Scienze politiche; era accompagnato dal prof. Adriano Ricucci della Comunità di Sant’Egidio (Roma). Ad accogliere l’illustre ospite nella casa vescovile di Perugia fui io stesso, allora presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo, presenti anche gli altri Vescovi delle diocesi umbre.

Dopo lo scambio di saluti, al Metropolita feci dono di una pregevole icona della Madonna delle Grazie dipinta da don Nello Palloni, e lo portai a vedere l’originale in cattedrale, presenti i canonici. Nei convenevoli, ebbi modo di ricordare un frate francescano, Giovanni da Pian del Carpine (Magione), che per commissione del Papa viaggiò sino alla remota Mongolia, scrivendo un’interessante Storia dei mongoli.
Il Metropolita apprezzò questi gesti di cortesia, restituendoli ai Vescovi dell’Umbria quando anni dopo, nel 2011, si recarono a fargli visita a Mosca quale Vescovo metropolita dell’intera Russia, nella maestosa cattedrale ricostruita dopo la barbara demolizione a opera di Stalin.

Personalmente ho avuto occasione di fare nuovamente visita al metropolita Kirill nell’ottobre 2014, partecipando a una sua solenne liturgia in occasione di un corso di studi dell’Accademia teologica, nella lavra [monastero] della Santissima Trinità a Sergiev-Posad: ne fu gradevolmente sorpreso. Nell’insieme si tratta di piccoli passi verso un reciproco riconoscimento (ma – a dire il vero ancora lontano) della nostra comune matrice cristiana, pur divergendo su questioni legate spesso a vicende politiche del passato più che religiose. Questo fatto però non ha impedito a noi di accogliere già da tempo a Perugia comunità cristiane ortodosse di più etnie: immigrati greci, romeni, ucraini, moldavi…, mettendo a loro disposizione alcune chiese perché potessero avere ambienti in cui radunarsi per pregare.

Questa particolare attenzione al passaggio in Umbria del Metropolita di Mosca è legata anche alla vocazione ecumenica di Perugia, che conta tra le sue istituzioni culturali un’Università per Stranieri frequentata da studenti anche del mondo orientale, per i quali molto si adoperava il compianto mons. Elio Bromuri, che ha dato vita a istituzioni specifiche sia culturali che di ospitalità. È doveroso ricordare il suo Centro internazionale di accoglienza della gioventù / Ostello (nella sua stessa casa di Perugia), e il Centro universitario ecumenico “San Martino”, con una chiesa-auditorium, una biblioteca specializzata e il bollettino di informazione Una città per il dialogo.

Viene da lontano, quindi, questa sensibilità ecumenica della stessa arcidiocesi di Perugia, che ha influenzato anche le istituzioni civili e che ha consentito pure a me di avviare più iniziative di dialogo in varie città d’Europa: da Graz, a Ottmaring, a Sibiu in Romania.

Non possiamo quindi non seguire con particolare attenzione questo incontro, che rinnova le attese dell’incontro che avvenne tra Paolo VI e il patriarca di Costantinopoli Atenagora. Dalla pace religiosa anche la società civile trarrà vantaggi di equilibrio sociale e di entusiasmo creativo, in un tempo carico di molteplici tensioni e malesseri, come quelli che Papa Francesco ha ricordato a chiusura della sua bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia (vedi Misericordiae vultus , n. 19).

 

 

AUTORE: Giuseppe Chiaretti Arcivescovo emerito di Perugia - Città della Pieve