Piano straordinario per l’occupazione giovanile

Bandi e iniziative all’insegna di quattro princìpi: più lavoro, più competitività, più credito, meno burocrazia

Più lavoro, più competitività, più credito, meno burocrazia: sono i quattro pilastri che reggono il Piano straordinario per l’occupazione che la Regione ha predisposto per fronteggiare la crisi. Questo è quanto è emerso dal convegno sulle “Opportunità per i giovani” organizzato dalla Regione Umbria e dall’Agenzia Umbria ricerche, che si è svolto lunedì a Perugia, in cui sono stati illustrati gli esiti occupazionali di alcuni bandi regionali ed alcune iniziative che saranno attuate nel 2012 per offrire opportunità di lavoro e di mobilità ai giovani. “Gli effetti della recessione, che già pesano molto sulle famiglie e le imprese umbre – ha affermato in apertura Vincenzo Riommi, assessore regionale alla Promozione dello sviluppo economico e delle attività produttive – ci hanno indotto a concentrare nel Piano misure alcune caratteristiche comuni: la rapidità con la quale possono essere attivate e la loro capacità di produrre effetti già nel breve periodo”. Gli interventi attuati dalla Regione, utilizzando le risorse del Fondo sociale europeo nell’ambito della programmazione 2007-2013, confermano i buoni risultati della recente indagine del Centro studi “Datagiovani” pubblicata sul Sole 24 Ore, che pone l’Umbria ai primi posti fra le regioni “amiche” dei giovani. L’Umbria in particolare primeggia per l’istruzione, con la più bassa dispersione scolastica (13,3% contro il 18,8% della media italiana) ed il secondo miglior risultato nel numero di laureati 30-34 enni (25,6%). Nel campo imprenditoriale, poi, mostra una buona demografia d’impresa, con un tasso di sopravvivenza, a 5 anni dall’avvio, del 53,3%, superiore alla media italiana, e una percentuale di giovani imprenditori sul totale, pari al 5,3%. L’indagine, che ha analizzato tre bandi regionali finalizzati al sostegno della ricerca (principalmente su temi legati all’ambiente, alla biologia, alla chimica e alla medicina), è stata condotta attraverso l’invio di questionari a circa 600 beneficiari (351 del bando assegni, 187 del bando ricerca e lavoro, 55 del bando reti); 273 enti pubblici o privati ospitanti; 32 soggetti attuatori (enti di formazione e imprese). Questo l’identikit del beneficiario-tipo: ha 32 anni, è donna, e più del 70% possiede un diploma di laurea in materie scientifiche. Quanto agli esiti occupazionali, il 65,6% dei soggetti coinvolti risulta occupato a 6 mesi dalla data di conclusione del progetto di ricerca, con un’età media di 33 anni per le donne e 32 per gli uomini, con contratti a progetto e assegni di ricerca. Il 14% ottiene un contratto subordinato a tempo indeterminato in media dopo i 34 anni. Buoni anche i risultati di due innovative azioni pilota realizzate dall’Aur, “volte a sostenere – ha spiegato il direttore dell’Aur, Anna Ascani – la mobilità europea di portatori di idee imprenditoriali” che ha permesso a 29 potenziali imprenditori di realizzare un’esperienza professionale in imprese, centri di ricerca, università europee. “Con il progetto Eurodyssée – ha concluso il direttore – quest’anno offriremo ai giovani residenti in Umbria la possibilità di realizzare un tirocinio all’estero, in uno dei 34 Paesi dell’Assemblea delle regioni d’Europa, dove potranno acquisire un’esperienza professionale e perfezionare una lingua straniera. Il secondo bando, Creativity Camp, favorirà l’avvicinamento dei giovani al mondo del lavoro e dell’imprenditorialità premiando le idee progettuali fondate sulla creatività, il talento e l’intuito dei giovani, con il coinvolgimento delle imprese”. Consigli a giovani e ai genitoriSostenere la crescita, incentivare lo sviluppo, accompagnare le piccole e medie imprese alla ricerca di liquidità, promuovere nuove forme di lavoro autonomo, insomma, tirare fuori l’Umbria da una delle pagine più difficili della storia economica e finanziaria del nostro Paese. Sono queste le priorità che la Regione Umbria – in particolare, la Direzione alla programmazione, innovazione e competitività – si è imposta come mission. Ne abbiamo parlato con il direttore, Lucio Caporizzi. Che cosa può fare la politica? “Nessuno ha una ricetta pronta. Posso soltanto dire che L’Umbria è tra le prime regioni italiane ad aver adottato una legge per sostenere, con un apposito Fondo di rotazione, le professioni intellettuali ordinistiche che finora erano abbandonate a se stesse. Abbiamo istituito due Fondi di garanzia per l’accesso al credito a favore dell’imprenditoria femminile e giovanile. Sarà attivato nei prossimi messi un Patto generazionale con cui attiveremo, per i giovani che vogliano avviare un’attività nel nostro territorio, una forma di tutoraggio da parte di imprenditori già affermati”. Quali altre azioni avete intrapreso? “Per consentire alle imprese una maggiore possibilità di utilizzo delle misure adottate, verrà realizzata una speciale ‘task force anti-burocrazia’. Strumenti di natura indiretta, che mirano a far crescere le imprese e ad attrarne di nuove sul territorio; forme di defiscalizzazione e semplificazione per facilitare l’accesso al credito”. Cosa consiglierebbe ai giovani? “La Regione sta percorrendo due strade principali. Da un lato convincere le famiglie che oggi la formazione professionale, più di qualsiasi altro percorso d’istruzione, offre maggiori sbocchi per riuscire ad ottenere un posto di lavoro. Troppo spesso essa è guardata con sospetto; è invece indispensabile il ritorno al lavoro manuale quale elemento qualificante di una società. Dall’altro lato siamo impegnati a inserire premialità per chi riesce ad occupare il maggior numero di partecipanti a corsi di formazione professionale. Inoltre stiamo avviando forme molto strette di collaborazione con le imprese affinché i programmi didattici rispondano alle reali esigenze del mercato del lavoro. Solo in questo modo potremo offrire non solo dei pezzi di carta ai nostri figli, ma anche una professione e concrete possibilità di assunzione”.

AUTORE: Emiliano Sinopoli