Suore amiche di noi tutti

BEVAGNA. Risale esattamente a 100 anni fa l'arrivo in paese delle monache Agostiniane

Esattamente il 6 febbraio del 1906 giungevano a Bevagna, provenienti da Frascati, le monache agostiniane. Le 24 religiose furono costrette ad abbandonare la cittadina laziale a causa della confisca del monastero da parte dello Stato, che fece suoi anche i beni del convento. Le figlie di sant’Agostino fuggirono a Roma senza garanzie per il futuro e con solo quattro di esse riconosciute dall’autorità pubblica, che vietò di accogliere nuove vocazioni. La badessa cercò ospitalità dalle consorelle di Montefalco, sempre agostiniane, ma l’elevato numero di monache e le precarie condizioni igenico-sanitarie del complesso di santa Chiara non consentirono l’unione. Il vescovo di Spoleto Domenico Serafini, venuto a conoscenza della delicata situazione, le accolse nel monastero benedettino di Santa Margherita a Bevagna che, composto da sole tre monache, venne annesso a quello del Monte, sempre nell’antica Mevania. La diocesi di Spoleto-Norcia, insieme alla comunità monastica e al priorato di Bevagna, ricorda l’evento con quattro giorni di festeggiamenti. Venerdì 3 febbraio, alle ore 19, verranno celebrati i vespri. Il giorno seguente dalle 9.30, convegno dal tema ‘Le monache agostiniane a Bevagna a 100 anni dalla loro presenza e prospettive pastorali per il futuro’. Interverranno padre Eugenio Cavallari, degli Agostiniani scalzi e don Antonio Ruccia, docente di Teologia presso la Facoltà teologica di Puglia. Domenica 5, alle 18, solenni adorazione eucaristica e alle 19 celebrazione dei vespri. Il 6 febbraio una solenne concelebrazione eucaristica ricorderà il loro arrivo a Bevagna. La messa sarà presieduta dall’arcivescovo Fontana insieme al vescovo di Frascati, mons. Giuseppe Matarrese, a quello di Orvieto-Todi, mons. Giovanni Scanavino, al generale degli agostiniani, padre Robert Prevost, al priore di Bevagna, mons. Giovanni Marchetti, e ai sacerdoti diocesani. La popolazione di Bevagna, tramite il suo sindaco, ringrazia con affetto le monache e tutto quello che hanno fatto, e che continueranno a fare, per la comunità locale. ‘Mi piace ricordare – afferma il primo cittadino, Enrico Bastioli – un concreto ed importante atto di generosa solidarietà delle monache verso la città, quando nel 1958 le porte del monastero sono state aperte a numerose ragazze per insegnare loro un mestiere, l’arte del ricamo e del cucito’. Attualmente la comunità è composta da otto monache ed è guidata da madre Giuseppina Mastroleo. Alla comunità monastica giungano i migliori auguri da tutta la redazione de La Voce.

AUTORE: Francesco Carlini