Turismo e Tares: Gubbio fa il punto con il Commissario prefettizio

GUBBIO. Forze sindacali e sociali a colloquio con il Commissario prefettizio in tema di turismo e di Tares
Turisti in Piazza Grande a Gubbio
Turisti in Piazza Grande a Gubbio

Due “T” preoccupano e intrigano allo stesso tempo: Turismo e Tares (tassa rifiuti e servizi). Sono stati gli argomenti – estrapolati dal documento redatto dalle forze sindacali e sociali – illustrato e consegnato agli inizi del mese sui quali si sono confrontati in un recente incontro, svoltosi nella residenza comunale, il commissario prefettizio Maria Luisa D’Alessandro, rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle forze sociali. Per quanto riguarda il turismo, alle prese purtroppo con notevoli problemi sottolineati da cifre che denotano (come altrove) una forte sofferenza negli arrivi e nelle presenze, è stata presentata l’opportunità di dare continuità ai progetti già programmati per il secondo semestre, con la raccomandazione di inserirsi in quelli legati alla visita in Umbria di Papa Francesco.

Più complesso e delicato il discorso relativo all’applicazione della Tares, per la quale si prevedono ritocchi certamente gravosi rispetto alla vecchia Tarsu (tassa raccolta rifiuti solidi urbani), anche se non con lo stesso carico per tutti i contribuenti. Il relativo importo, cittadini e imprese dovranno versarlo in tre rate. Le prime due (20 agosto e 31 ottobre) a livello di acconto, riproporranno le cifre dello scorso anno, ma il saldo del 31 dicembre sarà “pesante” per tutti.

Semplice il motivo. La Tares obbliga il Comune a coprire con le imposizioni tutto il costo del servizio, oltre a prevedere 30 centesimi a metro quadrato in favore dello Stato, con un gettito presunto di 600.000 euro. Nel 2012, di fronte a una spesa di 3.900.000 euro per raccolta e smaltimento dei rifiuti, ne sono stati introitati “soltanto” 3.000.000; ne vanno recuperati quindi 900.000. Ci sono poi i 600.000 da versare direttamente allo Stato; rispetto allo scorso anno ci sono da recuperare 1,5 milioni, (900.000 + 600.000), vale a dire qualcosa come il 50%. Attenzione, non è detto che questo sarà l’aggravio della vecchia Tarsu per tutti, ma un aumento consistente va messo in preventivo.

Il calcolo terrà conto dei metri quadrati, del numero dei componenti il nucleo familiare (chi più produce, più paga), del tipo di rifiuto prodotto (il cosiddetto “umido”, tipico di alberghi e ristoranti, ad esempio, ha una incidenza maggiore). È sempre più il tempo dei sacrifici; per questo è stato suggerito al Commissario di coinvolgere le organizzazioni di categoria per definire criteri ed aliquote impositive.

AUTORE: G. B.