Volontariato, scuola di vita

Per il quarto anno le associazioni di volontariato e alcuni enti dell'Umbria si sono riuniti nel meeting "Vol@ntariato in festa", che per sette giorni ha riunito oltre duecento volontari

Anche quest’anno il volontariato ha avuto la sua festa. Per il quarto anno le associazioni di volontariato e alcuni enti dell’Umbria si sono riuniti nel meeting “Vol@ntariato in festa”, che per sette giorni ha riunito oltre duecento volontari. Come sempre, alla base della manifestazione, le tre colonne portanti: le associazioni – protagoniste indiscusse – i convegni e gli spettacoli.

Per i convegni di questa “Settimana del volontariato”, al centro di tutto (mercoledì 25 agosto), l’analisi del documento della Cei sul Volontariato, scuola di vita: chiaro il pensiero dell’episcopato italiano, sulla necessità del rilancio del volontariato, come investimento di tempo, capacità, sensibilità e risorse, gratuito e continuativo ‘in aggiunta allo svolgimento delle proprie funzioni sociali e civili’: dimensione ineludibile della persona umana. La bozza, su cui le diocesi del paese sono invitate a dare il loro parere per le dovute precisazioni e integrazioni, passa poi all’analisi della dimensione della fraternità nella Chiesa, unitamente a tutta una problematica specifica: il crescente senso di inutilità, lo stato-dipendenza, i condizionamenti e depistaggi vari, rapporti con altre imprese no-profit, il dono come pilastro della convivenza, la presenza sulle frontiere del disagio umano e collettivo, il giusto senso di responsabilità, la necessità della profezia e l’anticipazione della civiltà dell’amore, sulle vie di costruzione del sociale. Nuove frontiere del sociale, e adeguamento alle varie culture e religioni, con l’accenno a i nuovi spazi e percorsi nelle età post-lavorative. Per finire con il “decalogo per il volontariato in parrocchia”.

La settimana era iniziata alla mensa della Misericordia, lunedì 23 agosto, con l’analisi del servizio civile nell’attuale legislazione e l’esperienza del servizio mensa. Ha parlato il direttore Ponziano Benedetti. Particolarmente incisivo l’intervento di mons. Arcivescovo, il quale ha ricordato anche l’animosità di tanti quanti hanno moltiplicato gli attacchi e magari le lettere anonime: ‘se attaccano, vuol dire che le misure sono efficaci”. Occorre guardare ora al futuro. Don Vito, direttore Caritas: “Ripartire. Chi dà, riceve. Entrare nelle scuole, nelle fabbriche, naturalmente nelle parrocchie con quella concretezza, che consente, finalmente, di superare le chiacchiere. Gente che perde tempo con i cagnolini e ignora i bambini”. La riunione più interessante e gratificante è stata quella, affollata, del Ceis: “la Città del Sole (città di Dio) da costruire in un mondo che pretenderebbe di costruire unicamente la città dell’uomo. Particolarmente con Fernanda, vicepresidente del Ceis, è stata ripercorsa la storia meravigliosa dell’istituzione, con l’illustrazione delle varie case attuali di accoglienza e la magnifica opera dei volontari. Messi a fuoco i problemi del mondo giovanile e dello sport per la giovane età. Abbiamo ascoltato poi anche di operatori stranieri, sui problemi degli immigrati a Spoleto, non escluso quello di un dottore congolese sul progetto di un pastificio nella sua nazione”. Concludiamo con l’invito di mons. Arcivescovo: “Non solo l’annunzio e la preghiera, ma anche la carità, concreta e significativa”.

AUTORE: Agostino RossiSara Fratepietro