11 LUGLIO FESTA DI SAN BENEDETTO PATRONO D’EUROPA E ‘FIGLIO’ DELL’UMBRIA

Anche se non in diretta connessione, la festa liturgica di san Benedetto da Norcia, si colloca quest’anno in un contesto ricco di riferimenti al suo prestigioso titolo di Patrono d’Europa. E’ in atto da tempo e sempre più vivace il dibattito sull’Europa, sulle sue radici cristiane che si vogliono riconosciute dalla Convenzione europea, è inoltre appena iniziato il semestre di presidenza europea, e infine, fatto ancor più rilevante è fresca di stampa l’esortazione apostolica “Ecclesia in Europa” di Giovanni Paolo II (datata 28 giugno 2003). Queste coincidenze danno un rilievo particolarmente nuovo ad un festa che si deve celebrare nelle chiese, nei monasteri e nelle comunità religiose di ogni ispirazione e spiritualità, ma deve costituire anche un’occasione di riflessione da coloro che sono impegnati nella cultura e nella politica e da semplici cittadini. La secolarizzazione di cui ampiamente si parla e di cui ci vantiamo tutti in quanto ci consideriamo emancipati da forme teocratiche di potere e liberi nell’esercizio dell’intelligenza e nelle scelte di coscienza, non deve essere confusa con l’ignoranza della storia e la negazione di realtà tanto evidenti quanto visibili e incontrovertibili quali sono ad esempio le cattedrali sparse nei paesi europei, almeno quanto evidenti sono le moschee nei Paesi arabi. E’ stato detto: “Non mi sento mai tanto europeo come quando entro in una cattedrale”. Questo non significa, come qualcuno surrettiziamente fa intendere, che l’affermazione di un’Europa cristiana sia incompatibile con la presenza di altre componenti culturali e religiose. Ciò è profondamente sbagliato, perché un’identità cristiana è per sua natura aperta ed accogliente. Una delle regole di san Benedetto era proprio l’ospitalità e l’accoglienza. Semmai è proprio nei momenti di chiusura e di esclusione, anche se determinati dalla necessità di autodifesa della res publica christiana, della societas che si identificava con la Christianitas, si può individuare un calo di europeità. Secolarizzato e cristiano, anzi secolarizzato perché cristiano, è il continente europeo, perché proprio in esso si è affermato il principio della distinzione e del reciproco riconoscimento della autorità religiosa e di quella laica, dei due poteri, ambedue originati dall’unica divina potestas. Questa prospettiva oggi viene riconosciuta anche in ambienti protestanti internazionali come è avvenuto recentemente a Trondheim in Norvegia dove si sono riunite le Chiese europee protestanti e ortodosse (Kek), ed hanno riaffermato citando la Charta ecumenica: “noi in quanto Chiese europee sottolineiamo che la spirituale eredità del cristianesimo costituisce un’importante sorgente di ispirazione e di arricchimento per l’Europa.

AUTORE: Elio Bromuri