Con la grande festa a San Costanzo si chiude solennemente il Sinodo diocesano

Le reliquie di san Costanzo tornano nella chiesa omonima restaurata. 'Luminara' con tutti i sinodali al termine della messa in cattedrale

Domenica 28 una solenne celebrazione eucaristica nel nome e sotto la protezione del patrono san Costanzo concluderà il Sinodo diocesano di Perugia. L’Arcivescovo promulgherà i documenti sinodali (che poi verranno dati alle stampe per essere diffusi tra i fedeli) e verrà cantato l’antico inno Te Deum per ringraziare il Signore ‘dell’evento di grazie che ci ha concesso di vivere’ scrive il vescovo mons. Giuseppe Chiaretti nel programma d’invito alla festa. Domenica sarà una giornata con un concentrato di eventi. Nella messa, infatti, vi sarà anche l’ammissione dei chierici della nostra diocesi tra i candidati agli ordini sacri; si tratta di Francesco Verzini e Alessandro Segantin, e di tre candidati al diaconato permanente. Riceverà il lettorato il seminarista Angelo Pitaqui, ed infine il Vescovo conferirà il mandato ai catechisti che proprio al mattino terranno il loro convegno annuale. Alla liturgia sarà presente una delegazione del Malawi, e le autorità. Al termine della celebrazione l’urna con le reliquie del patrono san Costanzo sarà riportata nella chiesa omonima con la tradizionale processione della ‘luminara’ che attraverserà le vie del centro fino a borgo XX Giugno. Nella chiesa di San Costanzo l’evento viene preparato da due meditazioni di padre Vittorio Viola ofm, giovedì 25 e venerdì 26 alle ore 21; preceduto, sabato 27 (ore 17), dalla messa per la dedicazione del nuovo altare, presieduta da mons. Gualtiero Sigismondi, neo vescovo di Foligno.
In questo modo il Sinodo si chiude nel segno antico dell’origine della fede cristiana e va a consolidare la comunione ecclesiale presente, manifestata nei lavori sinodali, con il vissuto della fede dei secoli passati, che costituisce la ‘comunione diacronica’, che riporta la Chiesa di oggi alle sue radici. San Costanzo è il vescovo che ha predicato il Vangelo, ne è stato ‘martire’, e l’ha posto a fondamento della storia del nostro popolo. La sua testimonianza, che favorisce un’intensa e sentita comunione, sospinge anche ad una rinnovata missione.

Domenica 28 settembre san Costanzo torna nella sua chiesa appena fuori le mura di San Pietro. L’urna con le reliquie del vescovo e martire, patrono della diocesi, fu trasferita in cattedrale, e lì ospitata nella cappella del santo Anello, il 29 gennaio 2007 a motivo dei lavori di restauro della chiesa. Domenica sera, al termine della messa a conclusione del Sinodo diocesano, l’urna sarà accompagnata da tutto il popolo di Dio, in processione, attraverso le strade del centro storico.
La chiesa da tempo necessitava di opere di restauro; il terremoto del 1997 le ha dato il colpo di grazia. ‘Sia l’abside che la facciata si erano scollate dalla struttura della navata, per cui è stato necessario impiantare tutto un cordolo d’acciaio intorno al perimetro della chiesa ‘ racconta il parroco don Pietro Ortica. Anche il tetto aveva bisogno di interventi di ristrutturazione, così come andava sostituito il pavimento originale in cotto. L’umidità che risaliva dal basso stava rovinando la parte bassa della decorazione pittorica interna’. Il progetto è stato realizzato dall’ing. Anderlini insieme all’arch. Raspa e all’ing. Mariani. Nel corso dei lavori per l’impianto di riscaldamento sono state scoperte tombe antiche e romane.
Oggi l’area scavata non è più visibile: un bellissimo pavimento in marmo rosa e bianco di Verona è stato scelto per rivestire tutta la navata e il presbiterio. La chiesa ora è più luminosa e degno risalto, per contrasto, viene dato alle bellissime pareti decorate, restaurate dalla ditta Castrichini. ‘Un grazie particolare va anche alla ditta Restaura – sottolinea don Pietro – che ha portato avanti con grande competenza e precisione il ripristino strutturale dell’intera chiesa. Un grazie anche a padre Vittorio Viola, che ci ha dato validi suggerimenti sia per la realizzazione del pavimento che per gli arredi del presbiterio’.
La zona che verrà occupata dai fedeli, a destra e a sinistra, è stata delimitata da una sottile linea rettangolare in marmo bianco; al centro il percorso che porta verso l’altare è stato scandito da tre cerchi ancora in marmo bianco, per segnare le tre soste del cero pasquale durante la notte di Pasqua: una all’ingresso, una al centro, una davanti all’altare. Anche il presbiterio avrà un arredo tutto nuovo: la mensa dell’altare sarà un unico blocco di marmo bianco, e sotto ospiterà l’urna di san Costanzo. Sempre in marmo bianco saranno l’ambone, la sede presidenziale e il battistero. Questo grazie al contributo di un benefattore ‘il cui nome ‘ confida don Pietro ‘ verrà svelato dall’altare nel corso della celebrazione’.
Dietro l’altare, poggiato alla parete, si trova il sarcofago che ospitava il corpo di san Costanzo. È recente la scoperta, da parte di un parrocchiano che si è dedicato con caparbia a lucidare il sarcofago, della sagoma del santo dal fondo del marmo: la tradizione antica già ne tramandava notizia, ma mai negli ultimi anni i monaci erano riusciti a farla riaffiorare. Si vede bene tutto il corpo, tranne la testa: ricordiamo che il vescovo martire fu decapitato.
Anche il piazzale della chiesa è stato completamente rivestito di mattoni in cotto: questo grazie all’Amministrazione comunale che con un contributo di 70 mila euro (su un totale di spesa di 140 mila euro) ha anche permesso di mettere all’ingresso il pilomat. Restauri e ridipinture hanno interessato l’esterno della chiesa e le logge.
Per la ristrutturazione e il ripristino dei decori la Cei ha ammesso a contributo 550 mila euro, su un totale di 600. ‘Il collegio dei parroci della città ‘ spiega don Pietro – ha venduto una casa di sua proprietà in via san Girolamo e ha dato a fondo perduto il ricavato di 100 mila euro. La Fondazione Cassa di risparmio ha dato un contributo iniziale di 55 mila euro; in tutto dovrebbe darne 90 mila destinati al ripristino delle opere pittoriche della chiesa. Anche la parrocchia di Santa Maria di Colle ha acceso un prestito di 100 mila euro. Poi – dice fiducioso – aspettiamo il contributo della Soprintendenza che verrà a lavori finiti, a fatture pagate e secondo il proprio bilancio’.

AUTORE: Manuela Acito