A che serve formare i giovani?

Lavoro. La situazione socio-economica della regione in un documento della Cisl

Il Comitato esecutivo della Cisl dell’Umbria riunitosi lo scorso 22 settembre ha sottoscritto un documento che analizza la situazione socio-economica della nostra regione.Nel documento si legge, tra l’altro: ‘Il Comitato esprime preoccupazione per il forte e crescente disagio che vivono i lavoratori e pensionati rispetto alla incessante erosione del loro potere d’acquisto, al continuo aumento dei prezzi dei beni di prima necessità e delle tariffe che colpiscono in particolare le famiglie’ ”evidenzia con preoccupazione che lo sviluppo regionale è fermo da alcuni anni, negli ultimi due che il Pil è stato addirittura negativo ed il reddito disponibile delle famiglie è cresciuto meno del resto d’Italia’ ‘ Imprenditori e soggetti economici non possono continuare a sperare su protezioni amministrative e geografiche’ ‘ ‘Neanche il modello istituzionale regionale è più in grado di governare le sfide economiche e i mutamenti sociali’.Il documento indica poi delle possibili iniziative tra le quali cito il paragrafo dedicato a quella che a mio avviso è la priorità principale: il fenomeno della disoccupazione, con particolare riferimento a quella giovanile ed al sottoutilizzo delle competenze dei nostri giovani (disoccupazione intellettuale), fenomeno già evidenziato nell’articolo Crescono i posti con bassa qualifica del Sole 24 ore del 31 agosto scorso. Il documento Cisl sostiene al riguardo: ‘Occorrono azioni per ridurre il fenomeno della precarietà del lavoro (incentivi per promuovere tutele e diritti ai lavoratori atipici e per trasformare tali lavori in contratti stabili) e per sostenere il reddito dei lavoratori precari con l’estensione degli ammortizzatori sociali. Ed infine proponiamo che la regione si faccia promotrice di un progetto straordinario per l’inserimento lavorativo di giovani laureati e diplomati, delle donne, con il coinvolgimento di imprese private, del credito e fondazioni bancarie.Lo spunto per questo intervento mi è venuto ascoltando in sede di esame di qualifica i giovani partecipanti al corso Ifts per ‘Tecnico superiore commercio, marketing e organizzazione vendite’, cogestito dal consorzio Iter, università di Perugia ed alcuni istituti di istruzione superiore.Avevo svolto attività di docenza per alcune giornate e conoscevo quindi gli allievi, ma tutti i componenti della commissione sono rimasti favorevolmente colpiti per le competenze acquisite dagli allievi e per il livello degli elaborati prodotti. Alla domanda, però, se attualmente fossero occupati ed in particolare se le aziende presso le quali avevano fatto gli stages li avessero confermati, solo una minima percentuale ha risposto positivamente. E tra le aziende ospitanti c’erano anche imprese importanti e leader nel loro settore!La qualifica ottenuta era tra i profili professionali che da un’indagine sui fabbisogni formativi delle imprese risultava più richiesta, ma in concreto, poi le stesse preferiscono trovare soluzioni diverse e più flessibili.La proposta della Cisl merita quindi un’attenta analisi che coinvolga tutti i soggetti pubblici e privati per dare un’adeguata risposta a questo problema, anche per non vanificare i notevoli sforzi che in Umbria si stanno facendo nel campo della formazione post-laurea e post-diploma.

AUTORE: Alberto Mossone