A Stefano Malatesta il 14’premio Barzini

Orvieto / Per anni è stato inviato di guerra

La cerimonia della Premiazione ha avuto luogo in Orvieto, nella sala dei Quattrocento del Centro Congressi, alle ore 19 di sabato 17 maggio scorso. Il prestigioso premio, organizzato dal Corriere della Sera e dal Comune di Orvieto, sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica, e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei ministri, nonché della Regione e della Provincia, la Giuria, presieduta da Gaetano Afeltra – composta da: Erik Amfitheatrof, Giulio Anselmi, Enzo Biagi, Rodolfo Brancoli, Mimmo Càndito, Paolo Granzotto, Alberto La Volpe, Arrigo Levi, Miriam Mafai, Igor Man, Ettore Mo, Piero Ostellino, Alberto Ronckey, Paolo Rumiz, Barbara Spinelli, Gianantonio Stella, Tiziano Terzani, Bernardo Valli, Demetrio Volcic – l’ha voluto destinare, nella presente edizione, a Stefano Malatesta del quotidiano La Repubblica, narratore sensibile ed esploratore della vita, dell’umanità e del mondo. Con questo gesto di elezione si è inteso riconoscere l’ostinazione di un impegno e di una ricerca che, interpretando in modo così intenso e disincantato le cose viste ed udite, onorano la professionalità del giornalista. Difatti, il nostro “reporter”, termine che particolarmente preferisce, ha viaggiato in lungo e in largo per le dimensioni del pianeta senza venir condizionato dall’urgenza della cronaca, raccontando di paesi lontani con l’animo e l’ambizione del narratore, interessato più al bello che ai soliti battibecchi della politica. Così sono nati i suoi libri di viaggio, tra cui uno è divenuto un best seller, L’Armata Caltagirone, e Il Grande Mare di Sabbia, Il Cammello Battriano ed altri usciti prima per i tipi della Mondadori e poi della Neri Pozza, tutti, naturalmente, coronati da premi letterari. E’ stato inviato di guerra in Libano, in Cile, in Nicaragua, a Granata (isola del Caribe, non città Andalusa) e nel delta del Tigri durante il conflitto Iran-Iraq. Poi, colpito dalle scene strazianti dei bombardamenti aerei, e dalla futilità e assurdità di tante perdite, ha detto basta alla morte e si è dichiarato per la vita. Solamente per questo motivo meriterebbe più che un premio, ma intanto questo “Luigi Barzini 2003, non possiamo non dire che il suo scopo lo abbia già ottenuto: ha evidenziato il personaggio giusto per il momento giusto, ha coronato un uomo.

AUTORE: M.P.