Acqua e cibo per Canoro

Missione in Africa. Burkina Faso, uno dei climi più secchi della Terra. Dove non piove mai, coltivare un seme è una scommessa. Ma i pozzi e gli 80 grammi di riso dei missionari umbertidesi salvano l

In questi giorni i missionari umbertidesi del Gruppo missionario, guidati da Giampaolo Giostrelli sono tornati dal Burkina Faso (già Repubblica dell’Alto Volta, stato dell’Africa occidentale di 274.200 chilometri quadrati, con oltre 13 milioni di abitanti), dopo un viaggio nella missione di Canoro. A Giostrelli abbiamo posto alcune domande. Il gruppo di missionari di Umbertide, composto da diciotto persone, era partito il 24 gennaio scorso. Quali sensazioni riporta da questo viaggio africano? ‘È la decima volta che mi reco in Burkina Faso e mai ho provato delle emozioni così forti, date dall’accoglienza che la gente ci ha riservato, soprattutto perché abbiamo costruito un altro pozzo a Ouagadougou che dà acqua a circa 2500 persone. Mi sono scese per la prima volta le lacrime alla vista di questa mobilitazione trionfale per un’accoglienza così imponente’. Come avete trovato le opere già realizzate? ‘Siamo rimasti stupiti nel vedere che tutto quello che avevamo costruito, tra cui il complesso di Santa Maria della Reggia, vicino all’aeroporto della capitale Ouagadougou sono a posto. È un complesso di circa 1.300 metri quadrati., con al centro la chiesetta della Collegiata perfettamente riprodotta’. Come si svolgeva la giornata dei 18 missionari? ‘Molti si sono dedicati a quello che è il loro lavoro specifico (ad esempio, Massimo, che è sarto, si è dedicato alla sartoria insegnando ai locali. Gli altri hanno curato in particolare i rapporti con la gente’. Importantissima è stata la costruzione dei pozzi per attingere l’acqua. Come proseguirete? ‘Il pozzo rappresenta la vita per gli abitanti del Burkina Faso. Ma ogni pozzo costa 8 mila euro. Donare un pozzo è donare un tesoro che non ha eguali, perché la loro vita e quella di noi missionari dipendono dall’acqua. Se non c’è, esplodono le malattie, che possono causare molti morti’. Ci ha parlato di una popolazione bella e fiera, nonostante le difficoltà”La siccità e la miseria li colpisce duramente. Ma resistono al clima avverso. E le ragazze e i bambini hanno dei tratti somatici davvero stupendi!’. Quali le caratteristiche del Gruppo missionario umbertidese? ‘Noi andiamo in mezzo alla gente, ci sentiamo fratelli di chi incontriamo nel nostro cammino. Un riconoscimento che ci è venuto anche dal capo villaggio musulmano, che apprezza tanto quello che stiamo facendo per la sua gente, seguendo l’esempio di Madre Teresa di Calcutta che aiutava tutti senza distinzioni)’.Quali sono i progetti per il 2007? ‘La realizzazione di altri tre pozzi (due a Nord, al confine con il Mali; uno a Sud, nei pressi il villaggio di Imasgò). Continueremo poi con le adozioni scolastiche a distanza, sostenendo le spese che servono ai circa 600 bambini per andare a scuola. Ma abbiamo anche altri interventi programmati’. In Collegiata è venuto in questi giorni a celebrare messa e a conoscervi un vescovo africano, monsignor Philippe Quadraogo. Quale significato riveste questa visita? ‘Monsignor Philippe Quadraogo è venuto a sapere della nostra attività in Burkina Faso e ,da amico, ci è venuto a trovare. È presidente della Conferenza episcopale del Burkina Faso e vescovo della diocesi di Ouahigouya, al confine col Mali. La sua presenza ci ha ancora di più inorgoglito, specie quando ci ha ringraziato per l’eccezionale opera di carità che il gruppo ha compiuto nella sua terra’.

AUTORE: Fabrizio Ciocchetti