‘Aiutatemi, voglio vivere!’

Un appello disperato: aiutatemi, voglio vivere! Una faccia pallida e tesa, fissa nello schermo che guarda nel vuoto. Un senso di impotenza. Come è possibile dare seguito alle richieste di sequestratori che chiedono ciò che la politica, ed essi lo sanno, non può concedere? Finché chiedono soldi si può anche pensare al compromesso, anche se non serve che ad incentivare sequestri e minacce ancora più pesanti. L’unica cosa da fare è il negoziato, l’intelligence e, a monte, evitare di mettersi nel pericolo usando tutte le precauzioni. Può succedere a volte che qualcuno si illuda di essere amico del nemico e si senta più tutelato di altri. Non è così. Il nemico, se è tale e nella misura che è tale, accecato dall’odio e impastato di cieco fanatismo, non ha la capacità mentale di fare sottili distinzioni e non ha rispetto di nessuno. Anzi prende di mira proprio quelli che gli sono più vicini. Se ci spostiamo oltre il caso del sequestro di Giuliana Sgrena, giornalista del ‘Manifesto’, potremmo dire che in generale il nemico uccide chi lavora per avvicinarsi a lui. Facendo paragoni presi a caso, lontani l’uno dall’altro, possiamo dire che è stato ucciso dalle Brigate rosse (che certo non erano di destra o di centro) Aldo Moro che era il politico cattolico più vicino alla sinistra, oppure uccidono i migliori, i più moderati, Walter Tobagi e Vittorio Bachelet, persone perbene, che non hanno fatto del male a nessuno, aperte al dialogo. In altro campo, c’è in questi giorni sui giornali la notizia della morte di una suora brasiliana, uccisa perchè stava facendo un’azione sociale a favore della gente dello stato del Parà. Suor Dorothy Stang, missionaria americana da 40 anni in Brasile. Ha detto ai due sicari: ‘Vi chiedo pace e vi benedico, siamo figli di una stessa terra’. Così hanno ammazzato anche Annalena Tonelli, che ha speso una vita per i bambini e le donne somale. Esempi, che stanno a dire quanto è grande la perfidia di certi uomini e quanto è alto il prezzo pagato da altre persone che diventano simboli di una bontà e dignità umiliata e schiacciata. Da una parte abbiamo dei mostri, dall’altra parte dei santi o almeno delle persone umane degne di questo nome. Si arriva anche a stravolgere le parti accusando le vittime di essere loro stesse i carnefici. Quel tale di cui molti non sapevano neppure l’esistenza, Achille Lollo, ha affermato che il rogo se lo sono acceso da soli i Mattei: la famiglia che ha avuto due fratelli morti bruciati. In queste occasioni ritorna alla mente il verso di Shakespeare: dov’è vergogna il tuo rossore? Intanto possiamo segnalare in positivo un momento di coesione di tutto il nostro Paese che si mobilita per fare un appello convincente per la liberazione di Giuliana Sgrena partecipando al dolore della famiglia e nello stesso tempo, ancora in positivo, c’è da registrare la presa di distanza del sindaco di Bagdad, Alì Al Tamimi, in visita in Italia, che si dice ottimista sulla liberazione e afferma che la popolazione irachena non c’entra niente e neppure la politica, perché il sequestro sarebbe opera di delinquenti comuni. A parte i dubbi sulla credibilità di queste affermazioni, è vero comunque che nei momenti di difficoltà le persone, anche di diverse opinioni politiche, si riavvicinano condividendo se non i pensieri almeno i sentimenti. E sui sentimenti si dovrebbe puntare di più conoscendone la forza e contrapponendoli alle violente passioni dell’odio e della sopraffazione che hanno dominato la scena nelle tante storie di oggi e di ieri che tutti abbiamo dolorosamente sotto gli occhi.

AUTORE: Elio Bromuri