Al Café teologico si parla di amore ‘dopo Cristo’

CAFÉ TEOLOGICO. Incontro su “eros” e “agape”: Il relatore ha sottolineato la differenza tra il concetto greco e quello cristiano di amore, che non lo elimina ma lo integra
Marco Fasol durante l’incontro
Marco Fasol durante l’incontro

“L’amore erotico è cristiano?” è stato il tema del quarto incontro del “Café teologico” che si è svolto il 21 febbraio presso la Cantina del Seminario di Città di Castello.

Ospite della serata Marco Fasol, veronese, docente di Storia e filosofia, che ha cercato di dare una risposta alla domanda ripercorrendo quelle che sono state le caratteristiche dell’amore durante il corso della storia.

Il relatore ha cominciato evidenziando come l’amore sia sempre stato considerato da studiosi e filosofi l’asse portante della nostra vita, una costante per ogni uomo. “L’amore umano, l’eros greco – ha spiegato Fasol – nasce da un vuoto da colmare; è un amore possessivo, vuole dominare; è un sentimento ascendente che si innalza verso l’ideale, verso chi è più bello, più forte, più perfetto. Un amore strettamente umano: il Dio greco non ama, si abbasserebbe alla nostra dimensione. Un amore finito, rivolto solo agli amici, quindi discriminante, che non conosce il perdono”.

Cristo irrompe nella storia con un nuovo amore, l’agape: “In questo amore è Dio il primo ad amare e, se il primo amore è un dono, allora amare è donare, volere la felicità dell’altro gratuitamente. L’agape fa sì che ci si chini verso chi è più debole; non fa discriminazioni, è un amore discensivo che scende dal Divino verso chi è inferiore per innalzarlo. È, infine, un amore per sempre, come ci dimostra la resurrezione di Cristo”. Marco Fasol afferma che l’agape è l’irruzione nella storia di una rivelazione sovrumana, segno che il cristianesimo non viene dall’uomo, ma ha origine divina. Ed è stata “l’unica vera rivoluzione, perché nata dal cuore, dal sentimento più profondo e perché vuole sradicare l’odio e la violenza. Una rivoluzione senza spargimento di sangue, lenta ma irresistibile”.

D’ora in poi, spiega il relatore, cambiano gli stessi rapporti all’interno della storia: la donna non è più umiliata, ma viene sollevata alla sua dignità; lo schiavo non è più uno strumento, il malato viene curato e servito, il debole viene aiutato, l’autorità si mette al servizio dei cittadini.

Nasce un nuovo equilibrio tra eros e agape. L’eros è ora qualcosa di naturale, voluto da Dio, che non deve essere mortificato, ma da solo non basta, e l’amore cristiano lo completa: “L’amore di Dio perfeziona la natura, non la toglie”. Nell’inconscio umano perciò non c’è solo la spinta dell’eros, ma nell’inconscio c’è anche Dio. L’amore viene così visto come il miracolo che continua la creazione e che ha sete di eternità.

AUTORE: V. M.