Anticipata risposta allo ‘scontro tra le civiltà’

27 ottobre 1986: l'incontro di preghiera per la pace tra le grandi religioni del mondo

Mai come oggi, nello sconvolgimento del mondo da violenze e orrori inauditi mi sembra giusto e opportuno ricordare una data che è passata inosservata, quella del 27 ottobre 1986. Fu un evento che vide raccolti insieme molti rappresentanti di primo livello delle religioni mondiali in Assisi, invitati da Giovanni Paolo II per pregare per la pace. Un avvenimento coronato da successo per l’accoglienza entusiasta di tutta la stampa internazionale e dei moltissimi pellegrini intervenuti da ogni parte. C’erano cattolici, cristiani delle varie confessioni, ebrei, musulmani, indù, buddisti, sick, religioni tradizionali, un caleidoscopio di colori e di abbigliamenti, in rappresentanza di quella molteplicità di fedi e di culture che rendono variegata la faccia dell’umanità sulla terra. Evento destinato a far riflettere e a spingere le molteplici componenti della famiglia umana verso la cordiale convergenza di intenti a favore della pace tra gli uomini e le nazioni. Tante diverse sensibilità e culture, unite nella professione della fiducia nella forza della preghiera, nel valore della pace, nella urgenza di trovare strade di concordia tra i popoli. È stato lo stesso Giovanni Paolo II che nel discorso alla Curia romana per gli auguri di Natale (22 dicembre) dello stesso anno ha illustrato i motivi teologici e antropologici che sono alla base di quell’incontro e costituiscono le ragioni della fondamentale unità del genere umanoOltre che evento quello del 27 ottobre di diciotto anni fa è stato anche l’avvio di un cammino di convergenza che ha aperto spazi al dialogo tra le religioni ed ha fornito fiducia reciproca e favorito l’abbandono di rancori e sospetti vicendevoli tra uomini religiosi. Una persona che prega con fede sincera è mossa dallo Spirito santo, secondo il Papa, e pertanto le si deve rispetto e stima. Dalla preghiera nasce anche il dialogo sulle proprie esperienze spirituali e si può giungere a stabilire, come è stato fatto, un patto di santa alleanza per l’educazione delle coscienze alla convivenza pacifica. Quella data segna anche un’anticipata risposta a chi ha preconizzato lo scontro tra le civiltà come prospettiva per il futuro. Il primo articolo di Samuel Huntinghton, su Foreign Affairs del 1991 portava il titolo con il punto interrogativo: Lo scontro delle civiltà? Ma più tardi nel suo libro in cui approfondisce la questione ha tolto il punto interrogativo. Qualcuno potrà pensare, visti i fatti che stanno accadendo, che ha avuto ragione Huntinghton contro l’ottimismo ingenuo di un Papa, poeta mistico e sognatore. Ma trascurano il fatto che, attraverso i gesti e le parole di Giovanni Paolo II e di coloro che gli hanno dato credito molti credenti hanno capito e molti non credenti si sono ricreduti sul pregiudizio che dura da un paio di secoli che la religione sia fomentatrice di violenza. Certo, la religione può essere strumentalizzata come giustificatrice di lotta a fondamento di interessi di altra natura. Ma con la preghiera per la pace, e non per la vittoria dell’esercito del proprio paese in guerra, l’incontro di Assisi ha salvaguardato dal fango il nome santo di Dio ed ha tracciato un sentiero che continua ad essere percorso dai sinceri e autentici credenti di tutte le religioni.

AUTORE: E.B.