‘Arriviamo dove non arriva la società’

Assistenza alle carcerate, sia durante che dopo la reclusione; scuola; formazione; integrazione. Sono il ricco apostolato delle suore di Gesù Redentore a Perugia

Hanno per carisma ‘riparare, riconciliare l’unità, collaborare all’opera di Cristo Redentore venuto nel mondo per riportare il creato alla sua vocazione d’origine nell’unità della Trinità’. Sono le suore di Gesù Redentore, che a Perugia operano in due comunità. La prima in via Annibale Vecchi, dove gestiscono una casa di accoglienza per le donne che escono dal carcere e la scuola materna ‘Angeli custodi’. La seconda, in via Pievaiola, gestisce la scuola dell’infanzia paritaria ‘Gesù Redentore’ all’interno della villa Bellocchio, dove ospita anche i ragazzi di elementari e medie per il semiconvitto e il dopo scuola. ‘La congregazione in 200 anni ‘ spiega suor Angela Maria Tomao ‘ ha abbracciato tutte le opere, a seconda delle necessità, perché dove la società non arrivava c’eravamo noi. Dal 1908 al 1992 a Perugia vivevamo all’interno del carcere femminile, che era quella fetta di povertà isolata dalla società. Oggi cerchiamo di essere sempre presenti tutti i giorni; a turno facciamo visita alle donne cella per cella, ponendoci con lo spirito di misericordia all’ascolto. Non chiediamo né pretendiamo niente. Ad aiutarci nella nostra opera – continua – c’è da 20 anni l’Associazione volontariato perugino, che collabora con noi per dare un segnale importante alle carcerate, dimostrando che la città e la gente non le ha abbandonate’. Insieme alle altre suore, ovvero suor Manfredina D’Angelo, suor Benedetta De Meo, suor Letizia Naimoli e suor Edvige Stragliotto, suor Angela Maria accoglie nella casa le carcerate che, appena uscite, non sanno dove andare. ‘Abbiamo 8 posti letto, attualmente ci sono 5 ospiti. La preminenza ce l’hanno sempre le ragazze del carcere, ma in casi di urgenza cerchiamo di accogliere tutti’. Altra attività gestita dalle suore di via Annibale Vecchi è la scuola materna, dove ora lavorano insegnanti laiche, seppure sotto la responsabilità della congregazione religiosa; viene frequentata da 35 bambini. Sono invece 110 in totale i bambini che frequentano l’istituto di villa Bellocchio: 51 sono quelli della scuola materna ‘Gesù Redentore’ e 60 i ragazzi del semi-convitto che appartengono a scuole elementari e medie e che quotidianamente vengono accolti dalle suore attive nella scuola, in collaborazione con personale laico. ‘Accogliamo tutti gli alunni della materna e delle elementari ‘ dice suor Leontina Di Maio, responsabile della comunità. ‘ Nella pre-scuola alle 7.30, quando vengono lasciati dai genitori che vanno al lavoro, siamo noi ad accompagnarli a scuola, e quando escono andiamo a riprenderli per il pranzo. Alcuni escono alle 14.30, quando è prevista una prima uscita. La maggioranza resta per fare i compiti fino alla chiusura delle 17.30. Nel nostro istituto ‘ prosegue ‘ c’è una prevalenza di stranieri, anche perché noi, avendo questo carisma per gli ultimi, siamo molto più aperti ad accogliere i bambini che si trovano in difficoltà o per la lingua o perché vengono emarginati, anche se non trascuriamo nessuno e accettiamo tutti. I genitori vengono informati dell’attenzione rivolta all’integrazione, che risulta essere un fattore positivo per tutti’. Il progetto educativo di quest’anno ha come sfondo le stagioni, che accompagneranno i bambini tutto l’anno scolastico. Spazio anche ai momenti formativi rivolti ai genitori, soprattutto per le famiglie della scuola materna, anche se l’intenzione è quella di estendere la pratica ai genitori delle elementari. ‘All’interno di villa Bellocchio ‘ annuncia suor Leontina ‘ abbiamo allestito dei locali, che presto verranno utilizzati per l’accoglienza di ospiti, circa una ventina di posti letto. La finalità dell’ospitalità ha come primo obiettivo quella di fare sperimentare momenti di pace che portano alla riconciliazione e ad una esperienza spirituale di preghiera e di meditazione’. Altre religiose di ‘Gesù Redentore’ sono presenti nella casa di riposo di via Martiri dei Lager, attigue al Bellocchio, che ha una capienza di 32 posti letto. ‘Vivono l’ultima fase della vita terrena ‘ dice suor Leontina ‘ continuando il loro apostolato tra sofferenza e preghiera che offrono per la salvezza dell’intera umanità’.

AUTORE: Elena Pescucci