Asia, dove Gesù non è conosciuto

Missioni. Intervista al missionario padre Piero Gheddo

Padre Piero Gheddo, il famoso missionario del Pontificio istituto missioni estere, autore di innumerevoli articoli e libri, è venuto a Perugia su invito del monastero delle Clarisse di corso Garibaldi. Ha trascorso una giornata in convento, tenendo una conferenza aperta al pubblico, pregando con le monache. Lo abbiamo incontrato lì. Padre Gheddo, lei che gira il mondo visitando i missionari, perchè è venuto in un convento di clausura? ‘Penso che le suore di clausura e i missionari sono nella Chiesa i due punti estremi di una tensione che tutti i cristiani dovrebbero avere. Il missionario si disperde, va lontano, si spinge in tutto il mondo per portare il messaggio di Gesù. Le monache invece vivono la concentrazione della preghiera per la contemplazione di Dio. Quindi siamo punto di partenza e punto di arrivo, per così dire. Quando sono diventato missionario, dopo un po’ ho cominciato a mandare tutti i miei libri, in omaggio, ai 545 monasteri di clausura che sono in Italia. Poi loro hanno cominciato ad invitarmi, quindi ne ho visitati e ne visito molti’. Nelle diocesi ci sono molti rapporti di solidarietà con i missionari. L’Africa è ancora terra di missione? ‘E come no! La missione ad gentes è annunciare Cristo a popoli che non l’hanno mai accolto. Sono appena andato in Camerun. Il Sud del paese è cristiano, ma il centro nord è ancora tutto pagano, non hanno ancora conosciuto il vangelo. L’Africa ha 750 lingue vive, non parlo di dialetti di villaggi. La Bibbia è tradotta in 62 lingue, il vangelo in 320’. Le traduzioni in francese, inglese, spagnolo, portoghese non sono sufficienti? ‘Le lingue locali sono quelle che veramente trasmettono il messaggio perchè la lingua è frutto della cultura, della storia, della mentalità di un popolo, del suo rapporto con la natura, e quindi la bibbia o il vangelo tradotti in lingua locale trasmettono veramente un messaggio. L’annuncio in un’altra lingua non è entrare nell’anima profonda di un popolo’. Quali sono le frontiere nuove dell’annuncio? ‘Ce ne sono tantissime, ma è soprattutto l’Asia, dove Cristo è meno conosciuto. Il 62% di tutti gli abitanti del mondo abitano in Asia e ci sono paesi, come l’India, dove vivono più persone che in tutta l’Africa messa insieme’. C’è ancora molto da fare, ma ci sono ‘operai per la messe’? ‘Ce n’erano molti e ci sono ancora, ma diminuiscono perchè c’è crisi di fede nei paesi cristiani. È un problema di fede. Se uno non ha fede dice ‘che vuoi andare a portare Gesù Cristo, che hanno già la loro religione!’ E invece no, bisogna! Perchè l’ha detto Gesù Cristo e perchè gli uomini hanno bisogno di Lui’. Come ha inciso sulla missione l’idea del rispetto dell’altro, che viene spesso inteso come divieto di annunciare la fede? ‘I missionari qualche volta hanno sbagliato, ma il rispetto c’è sempre stato. La fede non si impone, deve essere una libera scelta, per cui non vado mai ad imporre qualche cosa. La religione è essenzialmente un atto di libertà. Ecco perchè la libertà religiosa è fondamentale per i diritti umani: se non c’è quella non c’è niente!’. È diffusa l’dea che le religioni sono tutte uguali. A chi lo afferma lei cosa risponde? ‘Oh, per carità! Ho studiato un po’ l’islam, ho girato tutti i paesi dell’islam e ho scritto anche dei libri. L’abisso tra islam e cristianesimo è enorme, non parliamo tra buddismo e cristianesimo! Primo rispondo che non è vero, secondo bisogna vedere il rapporto tra religione e uomo. Per esempio le religioni che noi chiamiamo pagane non sanno chi è Dio. Credono, pregano, ma non sanno chi è. I cristiani hanno ricevuto la rivelazione da Dio stesso attraverso l’Antico testamento e poi soprattuto attraverso Gesù Cristo. Dio si è manifestato. Quindi è diverso il rapporto tra uomo e Dio, ma se lo è, è diverso anche il rapporto tra uomo e uomo’. Per esempio? ‘Per venire al concreto: solo il cristianesimo sostiene, a ragion veduta, perchè appunto parte dalla fede, che tutti gli uomini sono uguali. Gli uomini e le donne, tutte le creature umane hanno uguali diritti, uguale dignità, uguale rispetto’. E questo dovrebbe essere un dato di forza anche sul piano del non credente ma non pare che sia così. ‘Dovrebbe essere! Mi meraviglio di come, questi non credenti che vogliono fare i professori nei mass media, non riescono a capire che la fede è una marcia in più nella vita!’. Ad un giovane che pensasse di andare in missione cosa direbbe? ‘Che ha davanti a sé una vita realizzata e felice. Il mondo oggi ha aspetti estremamente positivi e aspetti estremamente negativi. Per esempio, estremamente positivo è la coscienza dei signoli, anche dei giovani, della propria autonomia, del costruirsi un futuro. Ma anche estremamente negativi perchè poi questi poveri giovani non hanno fede, ma se togli Dio dall’orizzonte dell’uomo sei finito! La civiltà occidentale è ricca, pacifica, democratica, benestante, non violenta, evoluta, scientifica ecc. Ha tutto. Però manca di anima, è vuota dentro. Noi diamo questa idea al resto del mondo. Io stesso che giro nei paesi poveri faccio questa riflessione. Vedo popoli poveri, poverissimi, eppure vedi giovani sorridenti, pieni di speranze, di futuro’.

AUTORE: Maria Rita Valli