Attualità di un modello di vita amante della città

Una felice edizione della festa di Sant’Ercolano Patrono della città e dell’Università

Ha avuto un esito felice quest’anno la festa di sant’Ercolano, patrono della città e dell’Università di Perugia. Felice perché celebrata nel giorno di domenica, 7 novembre, con maggiore affluenza di popolo rispetto agli anni passati. Anche il vescovo Bassetti, sia alla vigilia in cattedrale, sia il giorno della festa nella chiesa del Patrono, è andato in profondità mettendo in evidenza la connessione della situazione attuale della Chiesa e della società con la storia e le radici dell’antica tradizione. È sembrato rispondere, nelle sue omelie, alla necessità che le istituzoini nazionali e locali abbiano una maggiore attenzione verso i giovani rispondendo con maggior coraggio e lungimiranza alle loro esigenze di crescita umana – cristiana e professionale perché possano inserirsi efficacemente nella società e guardare con speranza al futuro. Si è riferito ad esempio al taglio della spesa per la scuola e per l’Università e alla riduzione delle borse di studio, considerando tutto ciò un danno perché lo sviluppo integrale di una società, anche quello economico, trova la sua sorgente nella cultura e nell’istruzione delle giovani generazioni. Così è per la Chiesa che deve trovare le vie giuste per comunicare il vangelo ai giovani, facili prede dell’industria del divertimento superficiale, distrattivo – distruttivo. Ercolano pur lontano nel tempo, ha detto mons. Bassetti, è di lacerante, attualità, se solo si pensa ai martiri cristiani dei nostri tempi in Iraq e in altri Paesi. Come in passato, anche quest’anno un professore ha offerto il cero tradizionale al Patrono dell’Università raggiunto nel tempio a lui dedicato dove riposano anche le sue spoglie mortali, mentre uno studente ha offerto la palma martiriale. La luminaria, dalla cattedrale a sant’Ercolano ha attraversato le vie del centro tra le bancarelle della fiera dei morti suscitando meraviglia non priva di rispetto. Il Coro S. Ercolano ha cantato l’inno del Santo musicato dal M° Silivestro su parole di Leone XIII voluto dall’arcivescovo Chiarett, cui si deve il ripristino di una festa che si era perduta nel tempo..