Aviosuperficie ancora in ballo a Orvieto e dintorni

Incontro dei sindaci del Comune orvietano e di Castelviscardo

L’aviosuperficie non è un’ambizione e neppure un sogno e tanto meno una pretesa di assurdo campanilismo; essa esiste e funziona tuttora e bene. In primo luogo, perché situata in un contesto ideale, l’altipiano dell’Alfina che è considerata una terrazza naturale, donde il volo si stacca come dalla palma di una mano, con un basamento tutto di pietra, profondo e vasto, immune da ogni cedimento o frana, e dispone inoltre di un orizzonte aereo libero e aperto quant’altri mai: motivo per cui vi fu insediato, dagli anni trenta ai quarantaquattro, un aeroporto militare, “F.Baracchini”, dotato di modernissimi hangar, opera dell’allora giovanissimo famoso architetto Nervi e dell’impresa Bartoli, doverosamente notati dalla storia dell’architettura moderna come degni di menzione. L’intera struttura fu fatta saltare e letteralmente distrutta dai tedeschi in ritirata. E’, inoltre, tuttora, luogo di ritrovo di appassionati di volo a vela e dietro traino, provenienti da Roma, Viterbo, Siena, Grosseto e centri vicini, che vi hanno messo in piedi una vera e propria scuola, diretta da uno dei campioni di acrobazia aerea, il pilota di aliante Filippini. In fine, si sa che è segnalata sulle carte nautiche delle rotte aeree come area di emergenza ed usata talora, soprattutto da stranieri del nord, campeggiatori sulle rive del lago di Bolsena, come scalo provvisorio, durante l’estate. Nessuna meraviglia che i sindaci delle due amministrazioni comunali di competenza di quello stesso territorio, cioè di Orvieto e Castelviscardo, si siano ufficialmente incontrati giovedì 13 febbraio scorso per la prima volta e abbiano anche discusso insieme questioni inerenti al problema dell’aviosuperficie, individuata subito come “infrastruttura strategica” per lo sviluppo non solo dell’Orvietano, ma anche di parte del Lazio nord e della Toscana sud. A tale proposito sono state costituite due commisioni, una tecnica e l’altra politica. Di questi organismi faranno parte i Comuni di Orvieto, di Castelviscardo, di Castelgiorgio, di Porano, di San Lorenzo Nuovo, di Bolsena, di Acquapendente, l’Aeroclub dell’Alfina e la Fondazione Cassa di risparmio di Orvieto. Il nostro Comune, a detta del sindaco Cimicchi, vede di buon occhio la cosa e non è lungi dallo scorgervi una certa sicura prospettiva, a servizio del nuovo ciclo economico che sarà determinato dalla necessaria rifunzionalizzazione delle caserme dismesse dall’esercito. A questo scopo lo stesso ha dato per sicuro lo stanziamento di 50 mila euro per alcune specifiche opere di recinzione e di manutenzione, da eseguire in maniera congiunta con il Comune di Castelviscardo, che contribuirà con 20 mila euro.Non sono queste le cifre che potrebbero rendere possibile e perfetta una aerostazione, che per il momento sembra relegata di là da venire; ci vorrebbe ben altro! ma intanto al fine di fare di questa area una realtà più idonea e fruibile allo scopo e al ruolo che essa dovrebbe svolgere, tra l’altro anche quello dell’incremento turistico, a detta dei tecnici, non occorrerebbe poi molto, se il tutto, con il più o il meno di rito, dovrebbe aggirarsi tra il mezzo miliardo o il miliardo di vecchie lire. Una cifra che in un ordinamento pubblico non rappresenterebbe un’insormontabile difficoltà: sondare frattanto il terreno e reperire fondi per eventuali stanziamenti è l’impegno che si sono assunti gli amministratori comunali. Il sindaco Marcello Tomassini di Castelviscardo non dispera: si è detto pronto a partecipare ai prossimi bandi del Patto territoriale con “progetti cantierabili”. Il prossimo appuntamento delle commissioni è stato fissato tra 15 giorni. Se questo vento di interesse e di partecipazione le soffierà in poppa, la nave potrà fare anche buona strada; per il resto, staremo a vedere, perché non è detto che da cosa non nasca cosa.

AUTORE: M.P.