Bastasse l’8 per mille

Abbiamo incontrato il responsabile dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero, per conoscere questo istituto di diritto ecclesiastico che opera in tutte le realtà diocesane, volendoci informare su quali siano le sue attività e come funzionano, soprattutto in relazione all’utilizzo del famoso ‘8 per mille’. Sono molti i sacerdoti che nella nostra diocesi operano per il bene della comunità cristiana. Quello che spesso viene da chiedersi è come facciano a sostenersi, da un punto di vista economico. Alcuni di loro lavorano, impiegati soprattutto nel campo della scuola come insegnanti. Alcuni laici forse un po’ superficialmente rispondono: ‘Con l’8 per mille dell’Irpef’. In realtà, pochi di questi ‘millesimi’ vanno effettivamente per il sostentamento del clero, in quanto buona parte di essi servono per le ristrutturazioni di vecchie chiese o per la costruzione di nuove opere, oppure vengono utilizzati per finanziare opere missionarie in diverse parti del mondo. Come e con quali strumenti quindi la Chiesa sostiene il proprio clero? Fino a circa 20 anni fa le parrocchie si sostenevano con i cosiddetti ‘benefici’ (essenzialmente derivanti da offerte spontanee, donazioni, lasciti testamentari). Dal 1984 però, per effetto del nuovo Concordato tra l’Italia e la Santa Sede, tali ‘benefici’ sono stati soppressi e trasferiti dalle parrocchie ai cosiddetti Istituti diocesani per il sostentamento del clero, che hanno il compito di gestirli. Alle parrocchie, invece, è rimasta la proprietà delle chiese e delle case parrocchiali e delle piccole costruzioni che servono per le attività pastorali. Gli Istituti diocesani possono inoltre ricevere offerte spontanee da parte dei fedeli, che poi si possono dedurre fiscalmente dalla denuncia dei redditi. A capo di questi Istituti diocesani c’è l’Istituto centrale per il sostentamento del clero con sede a Roma, che raccoglie i redditi netti di ciascun Istituto diocesano e che ha il compito di determinare ed erogare gli ‘stipendi’ ai sacerdoti, integrandoli con parte dei fondi dell’8 per mille e con fondi derivanti da offerte liberali. Nella nostra diocesi il presidente dell’Istituto (con sedi a Todi ed Orvieto) è mons. Alfio Trovarelli, parroco di San Terenziano, che viene coadiuvato da un Consiglio di amministrazione composto da sacerdoti, eletti dal clero diocesano, da laici nominati dal Vescovo, e da un collegio di revisori dei conti. Alla direzione dell’Istituto Massimo Lucaroni, affiancato da impiegati laici, che è impegnato nella gestione del patrimonio, nelle stime ed appalti di lavori.

AUTORE: Cristian Tascini