Benedizioni pasquali tra tradizione e novità

Oggi rispetto a ieri, il tessuto sociale si è molto disgregato, dice don Saulo. Prezioso il contributo dei laici ben preparati

C’era una volta il parroco di campagna… o anche di città, che era più o meno la stessa cosa, perché anche nei nuclei cittadini ci si conosceva tutti’ così inizia il suo racconto don Saulo Scarabattoli, parroco responsabile del centro interparrocchiale di San Barnaba, Santo Spirito e Santa Maria in Case Bruciate e impegnato in molti altri incarichi. ‘Trent’anni fa le benedizioni pasquali delle case erano solo il modo di confermare una conoscenza che già c’era. Poi lentamente c’è stata una trasformazione sia dei riceventi la benedizione, sia di chi la porta casa per casa’. Don Saulo riafferma quello che è ormai sotto gli occhi di tutti: il tessuto sociale si è molto disgregato, anche nelle campagne non esiste più la rete di relazioni di una volta. Le città, specie le periferie, anche per l’avvento degli studenti universitari e di cittadini extracomunitari risentono molto di questa fragilità di rapporti, non c’è una storia comune ma tante isole a sé. ‘È cambiato dunque il volto di chi riceve la benedizione, ma necessariamente anche di chi la porta. Il primo punto di rottura delle abitudini si è avuto con il contributo delle religiose, delle suore, poi successivamente ‘ essendo noi preti sempre meno ‘ anche i laici hanno iniziato a entrare nelle case. Si tratta perlopiù di catechisti, persone appartenenti a movimenti o comunque legate alla vita della parrocchia e dotate di una adeguata preparazione. L’avvento dei laici per le benedizioni delle case ha portato due reazioni contrapposte: da un lato tutti vorrebbero il prete a casa propria, dall’altro i laici sono in grado di parlare ‘da pari a pari’, portano una presenza positiva, hanno più tempo di fermarsi a conoscere le realtà delle varie famiglie, inserendosi in maniera più diretta nelle problematiche del quotidiano. E poi, i laici ricordano la natura sacerdotale del battesimo: ciascuno di noi può portare benedizione all’altro’. Riguardo ai modi della benedizione, don Saulo ne illustra tre, due dei quali di più recente adozione: ‘Il tanto famoso e chiacchierato ‘kit fai da te’ è stato introdotto consegnando una bottiglietta di acqua benedetta con cui il capo famiglia farà la benedizione nel giorno di Pasqua. E’ un modo per sottolineare la dimensione familiare della benedizione, tornando un po’ alla figura del pater familias; poi esistono forme di benedizione per gruppi di famiglie, dove se da un lato si favorisce la socializzazione, si perde la dimensione del contatto personale; infine resta la forma classica, che è la più apprezzata, delle benedizione casa per casa’. Proprio quella che in questi giorni i nostri parroci, supportati da laici e religiosi, ci stanno portando, ancora una volta, con immutata pazienza ed entusiasmo.

AUTORE: Mariangela Musolino