‘Benvenuti, coraggiosi viandanti del Terzo Millennio’

Il saluto dell'arcivescovo mons. Riccardo Fontana ai seimila ragazzi giunti da tutta Italia

La Chiesa diocesana di Spoleto-Norcia saluta con gioia le ragazze ed i ragazzi dell’Agesci convenuti a Monteleone di Spoleto, per il Campo nazionale E/G 2003 e invoca l’aiuto del Signore perché l’evento, che tutti i partecipanti hanno preparato con grandissima cura da oltre un anno, ottenga i risultati sperati. 1. Il Campo nazionale è un grande evento educativo. Giova dire, con la risonanza di un’iniziativa nazionale grande, che i ragazzi, veri protagonisti del loro futuro, sono al centro dell’attenzione degli adulti. La voglia di scrutare lontano e di trovare le ‘misure’ è una provocazione a riflettere e una oggettiva scelta che fa crescere. Ancora, tener alta la dimensione del sogno, in questo Occidente così frettoloso, torna a dare spazio agli ideali. E’ attività capace di dare concreto sostegno alla generazione più giovane. E’ anche una bella risposta a chi dice di non saper parlare con i giovani o a quanti si smarriscono in considerazioni fumose a proposito delle generazioni nuove. Lo Scoutismo italiano, nella sua consistenza maggiore che è l’Agesci, vanta un servizio educativo assai qualificante, perché ispirato alla concretezza e alla competenza. Dove molti non sanno dove andare, gli Scouts hanno il coraggio di proporre la ‘strada’. In un tempo che privilegia l’efficienza, è altamente educativo saper mettere al primo posto le persone, i ragazzi e le ragazze: sapere indirizzare a loro gesti di servizio che coinvolgono la vita degli educatori, non soltanto la loro professionalità. In Umbria, ancora una volta la categoria della meraviglia: il vecchio metodo scout riuscirà a realizzare un evento significativo; i ragazzi ne parleranno per anni. Con i miei amici scouts ho detto e sentito dire, tante volte, ‘ai Piani di Pezza c’ero anch’io’. Oggi, da Vescovo, sono lieto e onorato che l’Agesci abbia realizzato un Campo nazionale a Monteleone di Spoleto e accolga l’ospitalità della nostra Chiesa Diocesana. 2. Lambito dal fiume Corno, l’accampamento degli Scouts a Monteleone di Spoleto è un grande evento di comunicazione. In questo tempo in cui si fa difficile l’aggregazione anche di ben modesti gruppi di ragazzi, far giocare insieme 7 mila, tra ragazzi ed educatori, è già in sé un segno. E’ provocare molti alla riflessione di come sia possibile coltivare – meglio di quel che non si faccia in questo tempo – l’ambito della comunicazione e dell’interrelazione tra i giovani. L’avventura di Monteleone di Spoleto è un laboratorio di comunicazione che avrà eco ed efficacia nelle altre, tante esperienze che il ‘popolo dei fazzolettoni’ saprà promuovere e sostenere nei rispettivi ambienti di vita. Il Campo nazionale è, anche in un altro senso, un momento di forte comunicazione che si tiene in Umbria: è come mandare, in giro per l’Italia, 8 mila ambasciatori entusiasti, che parleranno a tutti quelli che prossimamente incontreranno, sì della bellissima natura delle nostre valli, ma anche della terra dei santi Benedetto e Francesco. Diranno dell’ospitalità delle genti dell’Umbria, della innata capacità di riflettere che è parte integrante della civiltà del nostro popolo. L’evento farà riverberare, in giro per l’Italia, le nostre storie. Lo farà attraverso la prospettiva, certamente interessante, che ne coglieranno i ragazzi. E’ un ‘movimento di popolo’ di misura e proporzione come non se ne ricordano nei tempi recenti in questa regione. 3. Il Campo nazionale di Monteleone di Spoleto è un evento di Chiesa. Come l’Agesci, non solo è nella Chiesa ma ne è parte integrante: nello sforzo profetico di dedicarsi all’educazione dei giovani, nella riproposizione dell’essenzialità, nella paziente ricerca della crescita di ogni giovane, nella irrinunciabile dimensione della libertà e della pace. Gli Scouts hanno invitato il Papa, come per dire che, nel loro momento di festa, vogliono mettersi accanto a Pietro, sicuri dell’affetto e dell’attenzione che Papa Giovanni Paolo non ha mai fatto loro mancare. Il Campo di Monteleone di Spoleto è ancor più un’esperienza di Chiesa perché è un momento significativo di vita per la storia personale di moltissimi ragazzi: un momento per incontrare Gesù. Stupirà qualcuno cogliere come tanti nostri giovani si riaffermino cristiani, giocando e studiando, lungo i sentieri non già della Valnerina, ma in quelli ben più ardui della quotidianità. E’ un momento di Chiesa perché è un momento di ricerca: contemplare il volto di Dio è frutto prezioso e raro che ogni persona umana deve essere avviata a ricercare: questo, con paziente impegno, suole fare l’Agesci da decenni, facendosi strumento provvidenziale della Chiesa. Il Campo di Monteleone è alzato presso la fonte dell’Asola, antico luogo dove il viandante poté per secoli placare la sete di chi cammina. Ai miei fratelli scouts, convenuti nella nostra Chiesa diocesana, voglio esprimere l’augurio, coraggiosi viandanti del Terzo Millennio, che la fatica di questo Campo nazionale giovi nel cuore di molti a incontrare Cristo, vera fonte d’acqua viva, che disseta per la vita.