Carità a tutto tondo

Il Vescovo incontra, con la Caritas, gli operatori pastorali e Caritas delle parrocchie

I ragazzi della cresima che incontravo nella visita pastorale, ad Arezzo, chiedevo: fate finta che io sia un ragazzo musulmano e vi chiedo chi è Gesù. Voi cosa mi rispondete?. Ebbene, molti non sapevano cosa rispondere! Ma il primo atto di carità che possiamo fare nei confronti del nostro prossimo è annunciare il Vangelo, dire chi è Gesù Cristo!”. Mons. Gualtiero Bassetti inizia così il suo dialogo con gli operatori pastorali e della caritas, a Ponte San Giovanni, al primo degli incontri che sta facendo con la direttrice della Caritas Daniela Monni. Riparte da una visione della carità a tutto tondo, perché “la carità è alla base della liturgia e della catechesi, non è ‘qualche cosa” ma è il tutto della nostra vita”. Vita di cristiani, e dunque “non una carità spinta da sentimenti e da emozioni ma la carità come manifestazione di quell’amore con cui Cristo ci ha amati”. La carità intesa così intesa dovrebbe riunificare tutto l’agire vincendo il senso di dispersione e di sovraccarico che spesso coglie chi ha un impegno ecclesiale e che alcuni hanno testimoniato negli interventi che sono seguiti. Mons. Bassetti riparte dalla ecclesiologia del Concilio Vaticano II, ricordando che “la Chiesa come edificio spirituale è costruita su tre pilastri fondamentali che sono quelli della evangelizzazione e catechesi, la liturgia e la preghiera, e poi la carità che diventa il fine di tutto perché è l’esercizio della vita cristiana. La carità – aggiunge – è il dimorare dello Spirito di Dio dentro di noi, per cui diventa il cuore di Dio rivolto ai nostri fratelli. Ecco perché la carità è veramente l’impegno più alto e anche il fondamento di tutta la vita cristiana, che poi si estende a tutte le realtà della nostra vita”. Dice Gesù “Quello che avete fatto al più piccolo di costoro lo avete fatto a me”, ma, commenta il Vescovo, “questo è possibile soltanto se hai il cuore di Cristo trasformato dallo Spirito Santo”. Il Vescovo ha invitato i parroci e i loro collaboratori a “riscoprire la carità nella comunione, perchè senza comunione non c’è missionarietà”, i preti ad essere “formatori dei formatori” affinchè siano i laici a fare e a testimoniare là dove vivono, e dice “bisogna che ci prepariamo ad una Chiesa dove siamo corresponsabili dell’amore di Cristo”. Invita a non pensare più alla pastorale in termini settoriali perchè “la carità pastorale deve essere l’anima” degli animatori liturgici, catechisti, caritas e così via. “Ogni cosa si fa perchè spinti dalla carità, altrimenti si diventa mestieranti. Certo, poi ci sono mense, centri d’ascolto, le opere”, concude mons. Bassetti che nel suo ‘viaggio’ tra le parrocchie chiederà anche “se c’è la Caritas come realtà operativa verso i poveri, ma con il compito soprattutto di pedagogia, di educare alla carità”.

AUTORE: Maria Rita Valli