Carlo Acutis: una reliquia del Beato sarà portata negli Stati Uniti

Una reliquia del Beato Carlo Acutis sarà portata negli Stati Uniti. Rispondendo alla richiesta della Conferenza episcopale cattolica statunitense e in coincidenza con l’esposizione a New York del Museo della Memoria, Assisi 1943-1944, il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, dal 3 all’ 8 aprile porterà una reliquia del primo millennial al Mondo a essere dichiarato beato.

La reliquia del giovane studente milanese morto a 15 anni il 12 ottobre 2006 per una leucemia fulminante, è un frammento del pericardio, la membrana che circondava e che ha protetto il suo cuore e accompagnerà il triennio di Risveglio eucaristico nazionale degli Stati Uniti, indetto dai vescovi americani nel novembre scorso, per rinnovare la fede e riscoprire il valore e la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia. Il Beato Carlo Acutis ha incentrato la sua vita proprio sull’ Eucaristia per crescere nel suo rapporto con Gesù.

Durante il soggiorno americano monsignor Sorrentino, che sarà accompagnato da monsignor Anthony Figueiredo, responsabile delle Relazioni internazionali, e Marina Rosati, responsabile del Museo della Memoria, celebrerà una messa nella diocesi di Rockville Center per duemilaquattrocento studenti della Saint Anthony’ s High School, South Huntington, con l’ esposizione della reliquia. Nella diocesi di Brooklyn, condurrà un’ora santa diocesana per giovani e adulti nella chiesa di Nostra Signora del Monte Carmelo, Astoria e parteciperà a un raduno del liceo nella chiesa della Sacra Famiglia, Flushing.

Giovedì sera, 7 aprile, la reliquia sarà consegnata a una delegazione della Conferenza episcopale durante la messa nella chiesa di Santa Rita, Bronx, celebrata dal cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York.

“La mia preghiera -ha detto monsignor Sorrentino- è che la presenza della reliquia del Beato Carlo susciti un desiderio nei nostri fratelli e sorelle americani, soprattutto giovani, non per sprecare la vita, ma per farne un capolavoro, come scelto da Carlo ai nostri tempi e da San Francesco prima di lui”.