Centro storico: meglio caotico ma vivo?

Perugia. Ipotesi per superare una decennale impasse. Restano inutilizzate strutture come il Mercato coperto; edifici lasciati vuoti... Il Comune ha i mezzi per invogliare i proprietari a restituirli a

Il centro storico di Perugia sta “morendo”. Lo si sente ripetere da decenni. Ma è proprio così? E se sì, quali le cause ed i possibili rimedi? Bastano più auto, come in molti chiedono, per aiutarlo a vivere? Intanto bisogna intendersi sull’estensione del centro storico, che non è solo corso Vannucci e le sue adiacenze ma tutta l’area dell’acropoli, comprese le zone “difficili” di via della Viola o di piazza Grimana. Passeggiando in corso Vannucci, la crisi non si avverte. Già di prima mattina arrivano impiegati di banche ed uffici, e poi le comitive di turisti con guida che sbarcano dalle scale mobili. Da mezzogiorno, tavolini dovunque affollati. Così anche nel pomeriggio per l’happy hour dei giovani, poi turisti e perugini a cena ed infine la “movida” fino a notte fonda. Ma allora dove è la crisi? “La gente fa meno acquisti, anche i saldi estivi sono andati male” replicano i negozianti. Sarà sicuramente vero perché c’è la “grande crisi”, non quella del centro storico ma delle famiglie che non arrivano a fine mese.

Però c’è una prima osservazione da fare, che non riguarda solo corso Vannucci ma in questo caso l’intera acropoli: c’è un vero “centro commerciale” nel centro storico cittadino, con un’offerta ricca e variegata, calibrata un po’ per tutte le tasche? Strade e piazze dove fare una passeggiata guardando le vetrine e magari fare un po’ di shopping? No, solo costose boutique, catene “franchising” e poco altro. Problema che non riguarda solo il centro storico ma un po’ tutta la città; che non è riuscita, anche in periferia, a costruire veri “poli commerciali” inseriti nei quartieri e dispersi invece in luoghi, tipo Ipercoop, raggiungibili solo in auto e separati dal tessuto urbano vivo.

Intanto, tornando ai problemi del centro storico, restano inutilizzate strutture strategiche quali quella del Mercato coperto (non è il caso di chiudere il dibattito e passare ai fatti?), gli ex cinema Lilli e Modernissimo, parte degli ex magazzini Standa. Edifici in parte di privati, che magari li considerano come una sorta di “salvadanaio” in attesa di tempi migliori. Il Comune e la pubblica amministrazione hanno mezzi anche fiscali per invogliare i proprietari a restituirli alla vita cittadina? È solo una domanda, e magari anche un suggerimento. Il centro storico vive non solo per gli impiegati dei tanti uffici, i turisti, i clienti di negozi e locali pubblici, ma soprattutto dei suoi abitanti, e che non siano solo studenti ed inquilini “in nero”. Studenti che scendono con il minimetrò a Fontivegge per poi risalire con i sacchetti con la spesa. Ma non doveva essere il contrario?

Si torna al problema di un’offerta commerciale evidentemente squilibrata, anche se per i generi alimentari negli ultimi tempi c’ è stato qualche passo in avanti. Il problema principale resta però quello degli “immobili-salvadanaio” (disabitati perché troppo cari per la locazione o la vendita) e della difficoltà di accedervi in auto. Tocchiamo così un altro dei temi della discussione: la Ztl. L’Amministrazione comunale sta valutando la proposta di consentire l’accesso per mezz’ora fino a piazza Matteotti anche a quanti sono privi di permesso. Trenta minuti non bastano certo per andare a messa (visto che questo è un giornale cattolico), ma neanche per svolgere una pratica in un ufficio pubblico, acquistare una camicia o scegliere un libro. Al massimo si può andare in farmacia, dal tabaccaio o al bar, tutti esercizi che abbondano anche al di fuori della Ztl. Invece sembra già di vedere file di auto che, con pretesti vari, saliranno – come avviene già oggi – fino a piazza Italia alla vana ricerca di un parcheggio, che troveranno su qualche marciapiedi o passaggio pedonale. Posti auto (pochi) in centro, che invece vanno lasciati per i residenti (veri) e per i titolari di permessi (troppi), da rilasciare non come status symbol ma per esigenze reali e documentate.

Il centro storico di Perugia è piccolo, ci sono scale mobili, ascensori ed una vasta rete di parcheggi ai piedi dell’acropoli. Per i più pigri si può intensificare un servizio pubblico di navette, magari anche di notte. Ma soprattutto ci vogliono idee e progetti, perché la gente continui ad avere voglia ed un motivo per fare una passeggiata in centro, e perché abitarvi non sia un privilegio di pochi o un martirio per chi invece vorrebbe andarsene per il troppo rumore, i disagi, la microcriminalità. Un commerciante ha detto recentemente ad un giornalista: “Meglio un centro storico incasinato e con tante auto, ma vivo, che uno ordinato ma morto”. E se invece l’acropoli perugina fosse viva, ma anche tranquilla ed ordinata?

AUTORE: Enzo Ferrini