Chi è Gesù nella storia d’Italia

Ora di religione. In Umbria la frequenza è superiore alla media nazionale

Il 27 gennaio scade il termine ultimo di presentazione delle domande di iscrizione alle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I e II grado. Nella domanda le famiglie dovranno indicare se intendono avvalersi o no, per i loro figli, dell’insegnamento della religione cattolica. In una recente indagine realizzata dall’Osservatorio socio-religioso del Triveneto, insieme al Servizio nazionale della Cei per l’insegnamento della religione cattolica, relativo all’anno scolastico 2005 -2006, gli avvalentesi in Umbria rappresentano il 93,8%. Una percentuale superiore a quella nazionale, che si attesta intorno al 91,6%. Tale valore nazionale, però, si riferisce solo alle scuole statali. Se si considerano anche quelle cattoliche – dato attualmente in fase di elaborazione – la quota risulterà superiore, così come si è constatato nell’anno scolastico 2004-2005, dove ha raggiunto il 92,6%. Il dato nazionale, pur attestando una lieve e progressiva flessione, conferma comunque il mantenimento di una frequenza assai elevata. La percentuale scende nelle scuole superiori, dove la scelta viene fatta direttamente dagli studenti. ‘Oggi la finalità dell’insegnamento della religione cattolica – spiega don Corrado Melinelli, responsabile dell’Ufficio regionale per l’insegnamento della religione cattolica, nonché direttore di quello della diocesi di Perugia – Città della Pieve – è quella di offrire agli alunni una conoscenza della realtà nella quale vivono e strumenti culturali per capire perché nel passato, sia lontano che recente, siano state realizzate tante opere architettoniche, letterarie, musicali a tema religioso. Opere che sono frutto ed espressione di una fede cristiana radicata. Non si tratta, dunque, di catechismo per suscitare la fede, per motivare o per praticare la fede, ma solo un modo per comprendere ciò che ci circonda’. ‘Far conoscere il cristianesimo – continua – significa spiegare chi sono i cristiani, su cosa fondano la loro fede, chi è il personaggio Gesù, che cosa ha fatto e quale cambiamento ha prodotto nella nostra cultura’. Nell’ora di religione, tra i temi affrontati, c’è anche la storia delle altre religioni, tra cui quelle islamica ed ebraica. ‘È l’interculturalità che oggi ci impone di conoscere anche le altre religioni – afferma don Corrado – soprattutto oggi che, tra coloro che si avvalgono dell’insegnamento della religione, ci sono anche numerosi musulmani. Questo accade soprattutto nelle scuole dell’infanzia e primaria: questo perché – spiega – se non c’è condizionamento ideologico, le famiglie in genere non hanno grossi problemi a far partecipare i loro figli alle lezioni. Magari si informano, chiedono che cosa si fa a scuola… Per la maggior parte si tratta di famiglie provenienti dai Paesi dell’Africa del nord, Marocco, Tunisia, Algeria, Egitto; Paesi che, generalmente, sono più tolleranti. I problemi semmai – precisa – ci sono venuti dagli italiani’. Tra gli insegnanti di religione, soprattutto delle scuole superiori di I e II grado – precisa don Corrado – la maggior parte ha superato il concorso abilitante. Inoltre si aggiornano continuamente: a livello regionale c’è un laboratorio didattico, mentre a livello diocesano ognuno ha attivato dei corsi specifici. A Perugia, ad esempio, per tutti gli insegnanti, da otto anni, c’è la proposta della scuola diocesana di teologia di Montemorcino. Altra proposta è poi quella autogestita dagli insegnanti della scuola secondaria di II grado, che hanno dato vita ad un laboratorio permanente dove prendono vita delle tematiche: quest’anno il tema è ‘Una chiesa in cammino verso il Sinodo’.

AUTORE: Manuela Acito