Chi sei, parrocchia?

Il sociologo Luca Diotallevi ha presentato i risultati della recente ricerca condotta sulle parrocchie. Ne emerge un quadro che costringe a riflettere

Che quella di Perugia sia una Chiesa viva lo si vede da questa sala piena, in una sera di un giorno infrasettimanale’. L’osservazione del sociologo Luca Diotallevi è arrivata al momento delle domande giovedì 26 ottobre, quando al centro Mater Gratiae ha presentato i risultati della ricerca condotta – tramite questionari – nelle parrocchie durante l’ultima visita pastorale (dati disponibili erano di 113 parrocchie su 150). La relazione è stata ‘volutamente provocatoria’, ha spiegato Diotallevi, nel senso di voler essere uno strumento di riflessione critica sul modo di essere Chiesa. C’è un modello di parrocchia in tutta la diocesi? ‘La sensazione è che si abbia una forma di parrocchia che risponde più alle inclinazioni del parrocco ed a fattori ambientali che non ad un progetto pastorale’ ha risposto Diotallevi. ‘Non prendetelo per oro colato, ma neppure pensate che sia superfluo ciò che dico’, avvertendo che una ricerca sociologica non ha il compito di dare risposte né di dimostrare verità, ma semplicemente di offrire nuovi strumenti per vedere la realtà. Ciò che lui ha visto, attraverso i dati raccolti, lo ha spiegato mettendo a fuoco la parrocchia. Ha iniziato spiegando la particolarità della Chiesa italiana nel panorama europeo. ‘È una Chiesa molto varia perché la parrocchia italiana è territoriale’, ha detto, spiegando che ‘territorialità’ significa che l’80% degli italiani, anche chi non va molto a messa, sa dire qual è la propria parrocchia e conosce il nome parroco, il quale a sua volta va in tutte le case per la benedizione, offre servizi a tutti, anche a chi non ‘paga’, e per far parte della parrocchia non chiede altra appartenenza che il battesimo ‘a differenza della setta che non è territoriale ma è scelta’. Insomma, la parrocchia non sceglie i suoi fedeli né è scelta da loro, come accade invece in altre Chiese in Europa e nei gruppi e movimenti ecclesiali. Per rispondere alla domanda sul modello di parrocchia, ha indagato il rapporto tra modello di organizzazione parrocchiale e quantità di ‘prodotto pastorale’. Ha individuato tre modelli così caratterizzati: il primo dalla presenza di movimenti ecclesiali, il secondo da gruppi devozionali, il terzo da Caritas e Azione cattolica (che ha chiamato modello conciliare perché più rispondente alle indicazioni del Concilio Vaticano II). Il ‘prodotto pastorale’ in qualche modo ‘misurabile’ è stato individuato nelle strutture di carità presenti, nelle proposte di cammino religioso (preghiera, catechesi, ecc.), nella presenza di personale non presbiterale (ministri straordinari dell’eucarestia, animatori della liturgia ecc). Il dato importante emerso è che molto difficilmente sono presenti tutti questi indici contemporaneamente. Diotallevi ha riscontrato solo ‘deboli relazioni’ che, se non indicano modelli nettamente definibili, nondimeno sono segno di una tendenza significativa. Dove ci sono gruppi devozionali ci sono anche più laici che collaborano alla preparazione della messa; dove ci sono più movimenti, meno diffusa in parrocchia è l’offerta di cammini di fede; questi sono più presenti nelle parrocchie a modello conciliare; dove sono i movimenti, vi è minore impegno sociale caritativo. Il contrasto tra ‘parrocchia-movimento’ e ‘parrocchia conciliare’ emerge nelle parrocchie più grandi, le quali, pur potenzialmente in grado di far fronte a un maggiore impegno socio-caritativo, in realtà hanno meno attività sociali di una piccola parrocchia. ‘Più la parrocchia è grande più il parroco ha bisogno di aiuto, più l’impegno dei laici si svolge su un piano religioso’ ha commentato Diotallevi. Nelle parrocchie più piccole, dove il parroco fa tutto, lì si registra un impegno dei laici maggiore nei campi loro propri della società. ‘La sensazione – ha concluso il sociologo – è che si finisca con l’identificare la comunità ecclesiale con le poche persone che vivono attaccate al parroco per 20 ore al giorno, escludendo la gran parte dei battezzati’.

AUTORE: M. R. V.