Cipro: monasteri ortodossi distrutti nel nord dell’isola

L'arcivescovo ortodosso dell'isola incontra mons. Bagnasco

Il nostro patrimonio viene costantemente derubato, maltrattato, venduto all’estero da quelli che occupano una parte della nostra isola’. L’amara constatazione dell’arcivescovo ortodosso di Cipro, Chrysostomos II, è rivolta a mons. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, durante la visita di mercoledì scorso alla quale ha preso parte anche il vescovo di Terni mons. Vincenzo Paglia, presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo. In questa occasione Chrysostomos II ha chiesto il sostegno della Chiesa italiana ‘per la nostra giusta intenzione di voler restaurare i nostri monumenti occupati, distrutti o lasciati in rovina poiché i luoghi sacri di Cipro, cattolici, maroniti, armeni, ebraici e ortodossi, appartenenti tutti al patrimonio culturale dell’umanità rischiano di scomparire per sempre’. A questo proposito Sir Europa riporta alcune cifre dell’ufficio informazione del governo cipriota sulla condizione dei luoghi di culto cristiani nel nord dell’isola. Sarebbero più di 500 le chiese e cappelle greco-ortodosse demolite o a rischio nella zona sotto occupazione turca. Inoltre ci sarebbero 77 chiese trasformate in moschee, 133 tra luoghi di culto e monasteri dissacrati, 18 chiese trasformate in depositi, caserme e ospedali militari, una in albergo e una in scuola d’arte. Siti importanti che datano dall’epoca paleocristiana fino all’età moderna. A tutt’oggi non si sa che fine abbiano fatto gli oggetti e arredi sacri di queste chiese, che detenevano un patrimonio di oltre 15 mila icone. Chrysostomos si è recato in Vaticano per incontrare il card. Walter Kasper e successivamente il presidente Romano Prodi, ed infine sabato sarà ricevuto da Benedetto XVI.