Cittadinanza agli immigrati: come?

Non esistono soluzioni semplici per i problemi complessi. È un problema complesso, e molto, quello dell’integrazione degli immigrati, ossia della loro trasformazione in membri a pieno titolo della società italiana. A partire dal fatto che essendo noi stessi, italiani nativi, scarsamente dotati di spirito comunitario e di coscienza civica, è tanto più difficile che li trasmettiamo ad immigrati che hanno le radici altrove. La Francia ha una lunga storia di integrazione. Verso il 1935, potevi trovare a Parigi, come professore di Letteratura francese in un liceo, un giovane immigrato senegalese: cosa impensabile allora nel resto d’Europa. Decenni più tardi quel professorino, Léopold Sédar Senghor, sarebbe stato un poeta di fama mondiale e il primo capo dello Stato del suo Paese di origine. La Francia si poteva permettere queste aperture perché gli immigrati venivano allora dalle sue colonie, e anche a casa loro studiavano il francese (e in francese). Ma oggi i nipoti dei primi immigrati, ormai cittadini francesi a tutti gli effetti, popolano le banlieus, ossia le periferie-ghetto delle grandi città, emarginati non per ragioni linguistiche o etniche, ma per disoccupazione, povertà, subalternità; e costituiscono un grave problema sociale. Vengo al dunque: forse ha ragione Andrea Riccardi (certo non sospettabile di tendenze discriminatorie) quando dice che dare la cittadinanza italiana, automaticamente, a chiunque nasca in Italia, sarebbe un salto in avanti troppo grosso. Già oggi abbiamo difficoltà a gestire e controllare l’immigrazione; e dicendo questo non voglio negare che essa sia una risorsa e un fatto in sé positivo; ma è un fenomeno che va governato. In Italia ci sono tantissimi immigrati perfettamente in regola e ben inseriti, ma c’è una fascia comunque troppo larga di irregolari, e ci sono anche stranieri che ufficialmente hanno le carte in regola, ma grazie a contratti di lavoro fasulli che nascondono tutt’altre attività (illegali). Rivedere le regole sull’acquisto della cittadinanza è doveroso, ma va fatto con razionalità.

AUTORE: Pier Giorgio Lignani