Collaborazione e sussidiarietà

5xmille. Un franco scambio di idee tra il nostro settimanale che ha riportato osservazioni di rappresentanti del volontariato e il Comune.

Riportiamo (vedi sotto), com’è giusto, la replica del sindaco di Perugia alla nostra nota del numero scorso riguardante la destinazione della quota del 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) prevista dalla legge 296/2006. I lettori potanno facilmente comprendere le ragioni di una parte e dell’altra. Non abbiamo alcuna difficoltà ad ammettere le buone intenzioni e lo spirito umanitario che anima l’operato del Comune. Non è in discussione la legittimità dell’operato, come abbiamo dichiarato, né la appropriata destinazione delle risorse che sono state raccolte. Non è il primo anno che il Comune fa appello alla firma per il 5xmille, ma questa volta la campagna pubblicitaria ha suscitato reazioni sia per l’imponenza (volantini e manifesti giganti) sia per il riferimento alle famiglie in difficoltà e in particolare alle madri con bambini piccoli. Problema reale, ma per esempio il pensiero è andato al Movimento per la vita, associazione laica che aiuta le madri in difficoltà, al quale in molti consultori pubblici non è permesso neppure di far conoscere il proprio servizio. Per molte ragioni, compresa la crisi economica, esiste un problema di sopravvivenza di opere espressione della società civile che svolgono servizi di pubblico interesse. Queste, che, magari, si aspetterebbero un sostegno dall’ente pubblico, se lo trovano a competere con loro sul terreno del 5 per mille. È anche in discussione il gioco delle parti per cui il farsi un po’ indietro da parte di chi è più forte sarebbe un gesto di fair play che non guasterebbe. Nello scacchiere della società deve essere dato da ognuno la possibilità di giocare senza sovrapposizioni e coperture che talvolta appaiono anche ingombranti. È anche colpa dei cittadini che chiedono e si lamentano senza assumersi responsabilità. Ma quando vi sono alcuni che meritano attenzione e rispetto per quello che fanno, l’ente pubblico, (non si parla solo del Comune), dovrebbe avere un atteggiamento di riconoscimento e sostegno non formali. Viene a proposito l’idea che in futuro vi sia in questo ed in altri campi un maggiore dialogo e una effettiva collaborazione tra Comune e associazioni di volontariato dando spazio alle iniziative più rispondenti alle esigenze attuali della società. Ci riferiamo al volontariato sociale, non solo cattolico, che cerca di dare risposte a bisogni concreti delle persone senza gravare sul bilancio dell’ente pubblico e andando oltre ogni schieramento di ideologia e di parte. 5 per mille. le considerazioni del sindaco in risposta all’articolo de La VoceIl Sindaco del Comune di Perugia non condivide le osservazioni avanzate su queste pagine sulla campagna del Comune per il suo 5xmille. “Non è adesso che ‘il Comune ha scoperto la famiglia’, e non è vero – scrive il Sindaco nella nota diffusa il 25 maggio – che solo ora ‘sta imboccando la via della cultura della vita’. Il Comune ha sostenuto le famiglie con misure concrete, come deve fare una istituzione pubblica, attraverso la modulazione delle tariffe in base al reddito, contributi per la casa e la scuola, le diverse voci delle politiche sociali, il supporto alle disabilità, facilitazioni per i nuclei più numerosi”. Il Sindaco inoltre non condivide le espressioni “situazione di concorrenza” e “competizione con i soggetti privati”, “attribuite dalla Voce ad alcuni operatori del volontariato cattolico”. Per il Primo cittadino vi è, piuttosto, una “positiva sinergia tra pubblico e privato, ed in particolare con il volontariato cattolico esistono forme di collaborazione importanti nella pratica di una sussidarietà che ha dimostrato di funzionare”. La nota di Palazzo dei Priori, ricordando il “momento assolutamente negativo dei bilanci” che non consente alle istituzioni pubbliche di “fare tutto quello che vorrebbero”, rivendica la possibilità “prevista dalla legge”, di “chiamare ad un gesto di solidarietà coloro che hanno meno bisogno, nulla togliendo al volontariato che opera in questo settore”. Per il Sindaco “in tale materia” “non c’è spazio per le polemiche” ma si dovrebbe “lavorare insieme” per esempio rivendicando “che i proventi del 5 per mille arrivino in tempi certi e rapidi”. La campagna di comunicazione, conclude la Nota, “serve anche a sensibilizzare i perugini sul fatto che esistono bambini le cui mamme non possono, da sole, provvedere all’acquisto di pannolini. Se i perugini sceglieranno liberamente soggetti del volontariato, magari cattolico, che lavorano in questa stessa direzione, va benissimo, tanto da non potersi escludere che una simile campagna il prossimo anno non possa essere fatta insieme”.