Come sa di sale il pane altrui!

Editoriale

Mi è venuto in mente un famoso verso di Dante: ‘Come sa di sale lo pane altrui e come è duro calle lo scendere e il salir l’altrui scale’. A memoria. A proposito della riluttanza da parte di alcuni membri della Margherita (Rutelli) fusa nel Pd di essere collocati in Europa con il gruppo dei socialisti con cui hanno siglato un’alleanza. Era previsto un gruppo a parte, almeno formalmente. Ha prevalso l’idea dell’alleanza, anche perché i socialisti si trovano male e peggio sarebbe per loro senza il Pd. Non si tratta di una fusione, ma che cosa ci manca? Ora, per un politico che ha militato nelle organizzazioni cattoliche, si dichiara cattolico, si è formato sulla dottrina sociale cristiana, finire nella casa del socialismo europeo che ha come leader uno dei massimi esponenti della cutura radicale mi pare onestamente una forzatura. La buona intenzione che in questi anni ha sostenuto Romano Prodi nella battaglia per costituire una formazione politica dei democratici o dei riformisti senza aggiunte ideologiche, che lo ha portato ad avere anche dei successi, si trova ad ogni svolta di fronte a qualcosa che non convince fino in fondo neppure gli elettori; e non solo quelli che vengono dalla cultura cattolica, ma anche quelli che provengono dalla casa della cultura socialista. Per costoro rimane difficile rinunciare a categorie e impostazioni culturali e sociologiche che non abbiano una qualche luce dal socialismo utopistico o da quello considerato scientifico o dalla cultura denominata genericamente di sinistra. In aggiunta, nel nostro tempo il socialismo ha fatto proprie le rivendicazioni della libertà individuale più ampia su tutti i fronti dell’etica, in un momento storico in cui il cattolicesimo riprende in mano i grandi temi classici dell’etica naturale. La prospettiva del superamento delle ideologie, vincente in un momento di avanzata secolarizzazione, ha avuto una battuta d’arresto nel permanere della fede religiosa. Ciò non può rimanere del tutto distante dalla sfera politica. Non nel senso sospettato da Fini, per il quale i precetti della religione, giustamente, non devono diventare leggi dello Stato; ma neppure pensando che le leggi dello Stato non abbiano nulla a che vedere con i temi dell’etica, fondate nella coscienza e ribadite dalle religioni. Il non uccidere l’innocente, per fare solo un esempio, è un principio che ha a che fare con la legge dell’aborto e i campi della bioetica. I cattolici su questo tipo di ragionamenti non possono essere indifferenti e abitare tranquillamente in casa altrui dove si respira altra aria e si mangia altro pane. A mio avviso simili discorsi valgono anche per le altre formazioni politiche. Ognuno dovrebbe trovarsi una casa abitabile senza angosce, e per questo il dualismo delle coalizioni forzate non può reggere. In Italia – semplificando, come è giusto, per evitare la frammentazione politica – le case sono queste: la casa socialista, cattolica, liberale e quella della destra. Per questo credo che ci debba essere un chiarimento anche per il gruppo dei popolari europei. Le appartenenze politiche non sono casacche che si mettono e si tolgono a piacimento. Le persone serie hanno radici personali e rocce su cui hanno costruito e intendono costruire la città terrena. Tutto ciò ha a che fare con il referendum? Non era mia intenzione.

AUTORE: Elio Bromuri