Come usciamo da questa spirale?

È stato giusto fare la grande manifestazione di Parigi, domenica 11 gennaio, dopo le due stragi (quella dei redattori della rivista Charlie Hebdo, e quella degli ebrei al supermarket). È stato giusto farla, e farla come è stata fatta: una dimostrazione di fermezza, ma all’insegna della non-violenza. C’erano persone di varie nazionalità, di varie etnie, di varie religioni, o anche di nessuna religione. Contro il fanatismo violento, ma non contro i fedeli musulmani (ce ne erano tanti lì a sfilare). Quella folla era essa stessa il segno e la prova dei valori che voleva testimoniare, a partire dalla solidarietà fra diversi. Però, se qualcuno si aspettava che i fanatici, i violenti, davanti a quella dimostrazione avrebbero fatto un esame di coscienza e avrebbero messo la coda fra le gambe, si sbagliava di grosso. Infatti hanno risposto ai cartelli Io sono Charlie con cartelli con la scritta “Io sono musulmano e amo il mio Profeta”; e in quegli angoli della terra dove i fanatici hanno il potere (anche illegale) sono scattate le ritorsioni contro gli incolpevoli cristiani – cattolici e non cattolici – che pure appartengono a quei Paesi e a quei popoli. Che c’entrano i cristiani dell’Africa e dell’Asia con i blasfemi vignettisti di Charlie? Il ragionamento (o pseudo-ragionamento) dei fanatici è semplice: i vignettisti sono europei, l’Europa è cristiana, voi non siete europei ma cristiani sì, dunque siete colpevoli anche voi. Sembra una aberrazione, ma anche in casa nostra c’è chi fa lo stesso ragionamento, sia pure all’inverso (“sei arabo, sei musulmano, dunque sei un terrorista”). Come uscire da queste spirali? Quasi impossibile dirlo. Ma certo non con le prove di forza; non con le guerre per l’“esportazione della democrazia”. È vero che, se c’è una guerra, è lecito e anche doveroso difendersi; ma non è risolutivo. Ricordiamo invece l’insegnamento di Paolo VI: all’antico detto si vis pacem para bellum (se vuoi la pace, lavora per la guerra) il Papa sostituì si vis pacem para pacem (se vuoi la pace, lavora per la pace). Ma purtroppo funziona solo se a volere la pace si è in due.

AUTORE: Pier Giorgio Lignani