Con Perdono, Pane e Parola

Intervista al vescovo mons.Giovanni Scanavino, che si appresta a incontrare i responsabili delle 9 Vicarie per tradurre in pratica gli esiti della Visita

Mons. Giovanni Scanavino, vescovo di Orvieto-Todi, dopo la Visita alle 92 parrocchie della diocesi e le sue riflessioni affidate alla Lettera pastorale, dal 3 febbraio si recherà in ciascuna delle 9 Vicarie, in cui è ripartita la diocesi affidata alle sue cure, per incontrare i parroci, i sacerdoti collaboratori e i diaconi, diretti responsabili della pastorale, per giungere ad un progetto pastorale unitario, condiviso. A tale proposito abbiamo incontrato mons. Scanavino; di seguito, il testo dell’intervista. Eccellenza, può parlarci di questo intenso lavoro apostolico? “Terminata la Visita pastorale, intensa e capillare, occorre ora fissare un cammino concreto per rispondere alle necessità emerse. Dobbiamo anzitutto incontrarci con i diretti responsabili della pastorale per discutere le risultanze della Visita e verificare insieme un programma che ci permetta di ridare vita ad una fede che ancora esiste, con il coinvolgimento e la responsabilità di tutti. Non sono tante le cose da fare: dobbiamo scoprire ed evidenziare quelle che ci permettono di valorizzare di più i doni di Dio”. In particolare quali saranno i temi sui quali vorrà raccogliere suggerimenti o proposte operative? “Sono i temi elencati nella Lettera, a cominciare da una maggiore valorizzazione dei laici e da una più puntuale realizzazione delle Unità pastorali. Dobbiamo rivedere lo stile e l’efficacia della catechesi. Questa riguarda contemporaneamente genitori e figli, e non si sa chi è più capace a questo punto di penetrare il Vangelo e di capire la figura di Gesù. Se si riparte da qui, i ragazzi non sono solo un problema, ma forse un grande aiuto alla famiglia. Insieme potranno intravedere una impostazione più positiva della vita cristiana, a partire proprio dalla comprensione e dalla valorizzazione dei sacramenti caratteristici dei pellegrini, la riconciliazione e l’eucaristia. Sono questi che sostengono la famiglia e l’aiutano a costruirsi. Di questi hanno bisogno tutti in famiglia: tanto vale allora educarsi insieme al perdono di Dio e al vero nutrimento che cambia la vita. Questo è l’unico vero progetto pastorale, che è anzitutto familiare. Tutti al servizio della famiglia, perché diventi eucaristica: perché trovi nel Perdono, nella Parola e nel Pane lo stile e la gioia della propria vita. Quando la famiglia era più unita in questo cammino di fede, la catechesi serviva a portare i figli al livello di fede dei genitori. Oggi vanno aiutati genitori e figli a raggiungere lo stesso livello di fede che aiuta a crescere e a vivere insieme”. Tutto questo, dunque, perché ci si ritrovi tutti in un programma pastorale unitario, condiviso? “Avere la stessa visione di fede è determinante, soprattutto quando se ne coglie l’importanza per la vita. Se rimaniamo in una visione moralistica, dove conta solo il dover fare, e nello stesso tempo non siamo convinti di potercela fare, svuotiamo la fede e la vita cristiana. Abbiamo bisogno di ritrovare la fede nella forza che ci viene dal Signore e di ricercarla in quei sacramenti, in quegli incontri di fede, che ci permettono di sentire tutta la forza che da soli non abbiamo. Questa forza si chiama Perdono, Parola e Pane. Sono i doni di Dio per la nostra umanizzazione. Se li cerchiamo, ci nutrono e ci permettono di condividere l’umanità più vera. È questo l’unico progetto pastorale”. Si conclude qui l’intervista con mons. Giovanni Scanavino, al quale formuliamo gli auguri di un proficuo lavoro apostolico a favore della nostra Chiesa.

AUTORE: Antonio Colasanto