Convergenze parallele

REGIONE. La proposta del reddito di cittadinanza
Il consiglio regionale durante una seduta
Il consiglio regionale durante una seduta

Anche in Umbria il Movimento 5 stelle ha aperto il dibattito sulla necessità di introdurre il reddito di cittadinanza. Al punto che il Consiglio regionale ha deciso di rinviare in Commissione la mozione del M5s in materia.

Vanno registrate un’apertura del Pd, anche se con qualche posizione differente, ma anche di altri consiglieri. Entro 90 giorni si arriverà a un documento di base.

La mozione, proposta da Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari (M5s) chiede di “introdurre il reddito minimo di cittadinanza per ridurre la povertà con un supporto economico di 780 euro al mese a disoccupati, inoccupati, lavoratori precari e pensionati al minimo.

Le risorse per finanziare questo strumento andrebbero reperite partendo da una drastica riduzione dei costi gestionali della Regione e dalle sacche di spreco e inefficienze”.

Marco Squarta (Fratelli d’Italia) si è detto “favorevole al provvedimento, anche se limitato a chi ha la residenza da almeno 5 anni in Umbria e con limite di tempo – per usufruire della misura di sostegno – di 24 mesi”.

La novità è stata l’apertura di Giacomo Leonelli (Pd) che ha chiesto “un percorso di studio sull’introduzione di misure di sostegno al reddito, sulla falsariga di quanto è già stato fatto dal Friuli – Venezia Giulia”.

Anche Claudio Ricci si è detto favorevole. “Dobbiamo capire come agire – ha detto -, serve discuterne in commissione. Serve un’analisi di fattibilità su quanto la regione realisticamente potrà trovare per questa misura o per misure simili”.

Il socialista Silvano Rometti si è detto “culturalmente d’accordo da sempre: non si tratta di finanziare l’ozio, servono dunque criteri attuativi stringenti”.

Raffaele Nevi (Forza Italia) si è detto d’accordo di “approfondire la questione in commissione” precisando, però, che “non ho mai aperto al reddito della cittadinanza. Mi ritrovo nella posizione della Lega. Sono affezionato agli strumenti che ci sono in Francia, dove c’è un sistema completamente collegato alla famiglia”.

Contrario Emanuele Fiorini (Lega): “Non condividiamo questo strumento, che rende le persone schiave dello Stato, ma siamo disponibili a discuterne in commissione”.

Nel suo intervento, il vice presidente della Giunta, Fabio Paparelli, ha fatto una distinzione tra reddito di cittadinanza e reddito minimo garantito: “La mozione parla di reddito di cittadinanza, provvedimento che non fa distinzione tra ricchi e poveri, e ha costi altissimi. Reddito minimo garantito è invece intervento di carattere selettivo e ha un costo più contenuto. Quello di cittadinanza è di tipo universalistico, ed è iniquo”.

AUTORE: Emilio Querini