Cresciuto il numero delle richieste: 1.640 in più rispetto al 2001

I volontari della Caritas hanno fatto il bilancio del Centro di ascolto e di accoglienza

Nel panorama delle istituzioni caritative che la storia della Chiesa conosce, la figura del centro di ascolto e di accoglienza è di certo tra le ultime arrivate. Il centro di ascolto esprime una forma organizzata di testimonianza cristiana della carità attraverso una vicinanza alle persone e alle povertà di un territorio. In occasione della Quaresima 2003, i volontari della Caritas di Orvieto hanno presentato come contributo al cammino quaresimale il bilancio delle attività e del lavoro svolto. Per quanto riguarda il centro di ascolto vero e proprio (accoglienza della persona, aiuto materiale, consulenza, etc…) sono stati operati 3.790 interventi di cui oltre il 30% rivolti a persone di nazionalità italiana, tra gli altri in maggioranza ucraini e moldavi. Rispetto al 2001 si è verificato un incremento di oltre 1.640 richieste. Ciò conferma il dato pubblicato nel 2’rapporto sulle povertà in Umbria da parte dell’ Irres che rilevava un aumento delle povertà estreme anche in persone giovani. Tale tendenza si rileva anche nei dati relarivi al centro di accoglienza (16 posti letto) che registrano un aumento del 30% rispetto allo scorso anno per la richiesta di pasti e di pernottamenti. Complessivamente sono state ospitate 165 persone per un totale di 2.590 pernottamenti e sono stati forniti gratuitamente 7.770 pasti. Contemporaneamente anche il gruppo di volontari che, affiancando il lavoro del cappellano, segue i detenuti nella casa di reclusione di Orvieto (colloqui, accompagnamenti, ospitalità, animazione) ha presentato il resoconto dell’anno 2002. Quasi 1000 gli interventi effettuati: 26 detenuti ospitati in occasione dei permessi premio, 130 pernottamenti, più di 300 i pasti consumati, 2 detenuti collocati presso aziende del territorio. Una mole di lavoro che rappresenta un segno, decisamente visibile, dell’atteggiamento di prossimità della Chiesa nei confronti dei meno fortunati; un segno che vuole essere anche uno stimolo per tutta la comunità che ha appena iniziato il cammino quaresimale a ritrovare l’essenziale della propria fede: il volto di Cristo nei volti del prossimo.

AUTORE: Caritas diocesana