Crimea: è legale quel referendum?

Il referendum con cui la Crimea è entrata a far parte della Federazione russa è stato legale o illegale? Dipende. Dal punto di vista degli elettori che hanno votato a favore, e dal punto di vista del Governo russo, è stato perfettamente legale, e anche moralmente giusto, perché la maggioranza del popolo di Crimea è, in effetti, russa, e la riunificazione ha posto rimedio a un atto arbitrario del dittatore Kruscev. Costui aveva assegnato la penisola all’Ucraina dalla sera alla mattina e senza alcuna ragione (all’epoca, erano affari interni all’Unione Sovietica). Dal punto di vista dello Stato ucraino, invece, il referendum è stato illegale, perché la Costituzione non prevede che una regione si stacchi se non con il consenso dell’intero Paese. Del resto la stessa regola c’è in quasi tutti gli stati, Italia compresa. Ragionando secondo lo stretto diritto, dunque, hanno ragione gli ucraini. L’Europa appoggia l’Ucraina, un po’ perché le regole sono quelle; ma anche, anzi soprattutto, perché di questi tempi l’Europa non può assistere in silenzio ai successi della politica espansionistica e imperialista di Putin. Che Putin sia corso in aiuto dei crimeani per rispondere al loro “grido di dolore” (come Vittorio Emanuele II alla vigilia dell’Unità d’Italia) è lecito non crederlo. Quando a chiedere l’indipendenza – dalla Russia, in quel caso – era il popolo della Cecenia, Putin rispose spargendo lacrime e sangue (quelli dei ceceni). E poi si sa che la Crimea interessa alla Russia soprattutto per le sue basi navali militari. L’Europa non può essere indifferente a tutto questo; anche se pure essa ha qualche scheletro nell’armadio, visto che ha appoggiato il Kosovo nella sua secessione dalla Serbia, mentre secondo il diritto internazionale avrebbe dovuto appoggiare la Serbia come adesso appoggia l’Ucraina. Conclusione: nella politica internazionale contano gli interessi politici ed economici; chi tira in ballo il Diritto lo fa solo perché il Diritto fa gioco per i suoi interessi.

AUTORE: Pier Giorgio Lignani