Cultura d’impresa per la gestione delle risorse umane

L’impressione che si ricava dal Rapporto dell’Agenzia Umbria Lavoro sulle ‘Politiche di approvvigionamento e sviluppo di competenze e risorse umane nelle Piccole e medie imprese (Pmi) umbre’, (presentato il 22 maggio) è che le Pmi intervistate abbiano bisogno di un sostegno effettivo e sostanziale, che può venir loro dal settore pubblico, dalle associazioni di categoria (reti formali), dai rapporti informali con altre imprese, operanti nella stessa filiera produttiva e/o sullo stesso territorio (reti informali). In questi ultimi anni si è dato in Umbria un forte impulso alle politiche attive del lavoro, anche grazie a finanziamenti europei, e le Associazioni di categoria hanno accresciuto significativamente la loro capacità di assistere le Pmi anche sul fronte della gestione delle risorse umane. Questi sforzi dovranno essere oggetto nel prossimo futuro di una potente intensificazione e di un ulteriore coordinamento. Contestualmente si impone però un affinamento ulteriore della cultura d’impresa , che coniughi l’evoluzione organizzativa con una crescente valorizzazione delle risorse umane, con adeguati livelli di coinvolgimento e motivazione. S’impone altresì, su un piano più ampio (di formazione ‘integrata’: lavoro, istruzione, formazione) una riproposizione del concetto stesso e del ruolo del lavoro e dell’ impresa. A tale riguardo, si pensi alle implicazioni molteplici della famosa affermazione della Centesimus Annus (al punto 35): ‘scopo dell’impresa non è semplicemente la produzione del profitto, bensì l’esistenza stessa dell’impresa come comunità di uomini che, in diverso modo, perseguono il soddisfacimento dei loro fondamentali bisogni e costituiscono un particolare gruppo al servizio dell’intera società’.

AUTORE: Pierluigi Grasselli