Da Ponte San Giovanni è iniziata la visita pastorale alla III Zona

"Tanti i preti anziani" - don Piccioni ha chiesto per loro l'attenzione dell'intera comunità

Venerdì 17 ottobre è iniziata a Ponte San Giovanni la visita del Vescovo alla terza zona pastorale. Erano presenti tutti i sacerdoti della zona che, insieme al Vescovo hanno concelebrato, con paramenti rossi, facendo memoria di sant’Ignazio di Antiochia. Le parole della liturgia “Sono strumento di Dio e devo essere macinato per diventare puro pane di Cristo”, sono state un augurio e un bel programma di vita pastorale. Cantando Chiesa di Cristo ci siamo sentiti una grande comunità riunita intorno al suo Vescovo che è stato salutato dal vicario. Dopo il suo saluto, il Vescovo ha puntualizzato che era il pastore che viene a leggere il vissuto di una parrocchia, pronto a incoraggiare, capire e correggere, se necessario, il tutto con grande amore. Era bello quel clima di fraternità preparato da don Annibale e don Marino insieme alle suore e a tutta la comunità di Ponte San Giovanni. Una fraternità che dopo l’Eucarestia è diventata accoglienza con una cena ricca di pietanze e sapori. Siamo stati accolti in un bel complesso parrocchiale, un grande spazio aggregativo! Alle ore 21 l’incontro tanto atteso del Vescovo con gli operatori delle parrocchie di Ponte San Giovanni, Pieve di Campo e Balanzano. Dopo la presentazione di don Annibale, il Vescovo con un’ampia carrellata ha legato il suo intervento alla vita dei vari ministeri e si è soffermato su ognuno incoraggiando e aprendo spazi nuovi di riflessione più adatti alla vita del mondo d’oggi. Gli operatori sono rimasti affascinati dall’intervento del Vescovo e parlando con loro si è sentita la gioia di averlo incontrato e ascoltato. G.P.Promotori di una nuova evangelizzazioneAccogliendo mons. Chiaretti, all’inizio della celebrazione introduttiva della visita alla zona pastorale della Bassa Valle del Tevere, il vicario zonale, don Giuseppe Piccioni, parroco di Torgiano, ha rivolto al Vescovo parole di saluto a nome di tutti. “L’aspettavamo – ha detto don Piccioni -. Sappiamo che viene come pastore per aiutarci a vivere questo tempo difficile e per avere il coraggio di prendere sul serio quella sua esortazione che è diventata il suo assillo e lo è anche del Papa e della Chiesa italiana, a farsi promotori di una nuova evangelizzazione, di ripartire dal primo annuncio”.Non solo un saluto, ma una richiesta a conoscere bene questa zona sia nei suoi sacerdoti, nelle sue parrocchie, nelle sue attività, che nelle realtà diverse di scuola e lavoro. “In questi due mesi che resterà con noi – ha detto don Giuseppe – potrà conoscere meglio le parrocchie nel loro dinamismo e nella loro vitalità… Ci sono ancora tanti sacerdoti, venti – ha continuato il vicario zonale – ma il numero non ci inganni. Molti sono anziani e hanno problemi di salute… Si stanno facendo coraggio per andare avanti, per svolgere ancora il loro apostolato. Ha dei sacerdoti stupendi la nostra diocesi, che riescono ad animare la vita delle parrocchie. Molti, è vero, durano fatica ad inserirsi in questo mondo così velocemente cambiato, ma vogliono ancora servire con amore”.Rivolgendosi ancora al Vescovo, don Giuseppe ha concluso con una richiesta specifica: “Non vogliamo che chiuda gli occhi se qualcosa non va ma che sappia prima capire, incoraggiare e poi consigliare, lì dove è possibile, un cambiamento”. Salutando l’assemblea, e i preti in particolare, il Vescovo non ha mancato di ringraziare questi ultimi per il loro servizio, esortando ad una pastorale vocazionale che sappia proporre la vita al ministero sacerdotale. Non sono le vocazioni che mancano, ha spiegato mons. Chiaretti, ma le risposte. “Molti chiedono perché non faccio come gli altri vescovi della regione che accolgono giovani seminaristi dall’estero”, ha detto mons. Chiaretti che ha ribadito come occorra prima operare bene sul terreno nostro, cercare qui le vocazioni di cui Dio fa dono e soprattutto aiutare le famiglie a saper accogliere un’eventuale chiamata nei loro figli.

AUTORE: F.A.