Dall’Umbria l’appello per Haiti dilaniato da guerre civili e povertà

Passa per l’Umbria la richiesta di aiuto che parte da Haiti, Stato situato nell’isola di Hispaniola nel Mar dei Caraibi, al confine con la Repubblica Dominicana: dilaniato da anni di catastrofi naturali (due devastanti terremoti nel 2010 e nel 2021, uragani e alluvioni), epidemie e guerre civili che vedono contrapporsi gang rivali (talvolta veri e propri eserciti), in un vuoto istituzionale senza precedenti, nonostante la presenza di un contingente Onu. Una situazione drammatica che ha fatto sprofondare il Paese in una spirale di violenza e povertà.

Suor Marcella e i germogli di carità e speranza
con la Fondazione Via Lattea a Cannara

Eppure, in questo quadro di profonde difficoltà umanitarie, non mancano germogli di carità e speranza che portano e chiedono aiuto per la popolazione. Germogli come quelli coltivati da suor Marcella Catozza, della Fraternità francescana missionaria di Busto Arstizio, in missione da 18 anni a Portau- Prince, capitale di Haiti, dove gestisce un orfanotrofio con 150 bambini e una scuola materna.

Sostenuta da sempre da diverse associazioni di volontariato, nel 2015 suor Marcella ha costituito insieme ad alcuni amici la Fondazione Via Lattea, con sede a Cannara Tramite Via Lattea, nel 2021 è riuscita a far ospitare in Umbria per diversi mesi un gruppo di bambini haitiani, che sono così usciti dalle criticità che imperversavano nell’isola. Gli appelli di aiuto alla comunità internazionale da parte di suor Marcella si sono intensificati negli ultimi due anni, moltiplicandosi nei mesi scorsi, vista la continua escalation di violenza che interessa molte zone di Haiti.

Nel 2023 oltre 8.000 persone vittime di violenza o morte

Secondo i dati più recenti pubblicati dall’Ufficio integrato delle Nazioni Unite ad Haiti (Binuh), nel 2023 oltre 8.000 persone sono state vittime della violenza di gruppo, tra cui persone uccise, ferite e rapite. Violenza che non lascia scampo a vescovi, sacerdoti, suore, missionari e personale laico di supporto a strutture ecclesiastiche.

Il grido di allarme è stato raccolto da Maria Adele dell’Orto, sorella di Luisa, suora lombarda uccisa a Haiti nel 2022, e rilanciato sempre in Umbria da Alessio Gonfiacani, diacono della diocesi di Città di Castello, molto amico della famiglia Dell’Orto e della missionaria assassinata a Haiti (Papa Francesco ha definito la sua morte un martirio).

Il grido di allarme in Umbria è statao raccolto
dal diacono tifernate Alessio Gonfiacani

“La situazione è davvero tragica – racconta Gonfiacani –, lo possiamo capire dalle notizie che arrivano, dalle testimonianza di suor Marcella Catozza e dalle lettere che suor Luisa dell’Orto inviava finché era in vita”.  Tra la religiosa, Piccola sorella del Vangelo di Charles de Foucauld, insegnante e attiva per venti anni nella “Casa Carlo” di Haiti per togliere i bambini dalla strada, e il diacono tifernate vi è stato sempre un forte legame, iniziato a fine anni ’70.

“Ancora universitaria, Luisa venne a Città di Castello per il mio matrimonio nella chiesa di San Pio, insieme alla sorella Maria Adele, moglie di un mio carissimo amico e testimone di nozze Rino Perego”, dice Gonfiacani, che così rievoca suor Luisa: “Era una persona attenta a ogni dettaglio, di immensa carità, intelligenza e bontà. Aveva dentro di sé la chiamata alla missione in aiuto delle persone in difficoltà, e infatti partì per il Madagascar per poi approdare ad Haiti. Alcune volte si è fermata in Altotevere, e nell’occasione ha dato la sua testimonianza in alcune parrocchie; nel corso delle quali le consegnavamo le offerte raccolte. Rimase sempre colpita dall’esempio di santa Veronica Giuliani”.

La morte di suor Luisa non è bastata a fermare la violenza. “Chiediamo che la comunità internazionale faccia di più” – dice Gonfiacani

A Haiti, suor Luisa operò per vent’anni, fino al giugno del 2022 e a quel tentativo di rapina finito in tragedia.  La sua morte provocò proteste popolari e mosse molte coscienze, ma non è bastata da sola a fermare la violenza che ancora attanaglia Haiti. “Per questo chiediamo che la comunità internazionale faccia di più, che le autorità civili e religiose facciano di più, non lasciamo che suor Luisa sia morta invano”, chiede il diacono.

Marco Polchi

LASCIA UN COMMENTO