Dialogo possibile cristiani-musulmani

Acquasparta. Incontro di riflessione sui rapporti tra le due religioni in Italia

Ad Acquasparta, nell’ambito della festa parrocchiale si è svolto un interessante e partecipato incontro culturale su “Cristiani e islam”. L’incontro è stato introdotto dal filosofo Antonio Cardarelli, parroco di Acquasparta e vicario episcopale per la cultura della diocesi di Orvieto-Todi, che ha motivato l’incontro con la necessità di conoscere e approfondire fondamentalmente due questioni: in primo luogo se sia possibile un incontro tra islam e cristianesimo, e in secondo luogo il dialogo religioso e interculturale su quale terreno devono essere posti. Ha poi preso la parola la prof. Klaudia Bumci di Radio Vaticana, albanese, esperta di questioni islamiche, che ha presentato una dettagliata analisi dei complessi rapporti tra cristiani e musulmani. In Europa vivono 35 milioni di musulmani, in Italia un milione; dispongono nel nostro Paese di 5.000 luoghi di preghiera e sono presenti con manifestazioni identitarie. Dal quadro rappresentato dalla prof. Bumci riteniamo che islam e cristianesimo non possono incontrarsi, ma musulmani e cristiani sì. Il dialogo tra uomini e donne che sono disposti ad ascoltare e a imparare è possibile, e l’ignoranza dell’islam da parte dei cristiani e del cristianesimo da parte dei musulmani costituiscono l’ostacolo principale. Ricordiamo quanto ebbe a dire Benedetto XVI nel corso dell’incontro islamo-cattolico esortando con forza cristiani e musulmani, a lavorare insieme per promuovere il rispetto della dignità della persona umana e dei suoi diritti fondamentali, nonostante le differenti posizioni antropologiche e teologiche, sostenendo che c’è un vasto campo in cui si può agire concordemente. “Solo a partire dal riconoscimento della centralità della persona e della dignità di ogni essere umano – ha sottolineato il Papa – rispettando e difendendo la vita, che è il dono di Dio e che quindi è sacra sia per i cristiani sia per i musulmani, solo a partire da questo riconoscimento possiamo trovare un terreno comune per costruire un mondo più fraterno, un mondo in cui i contrasti e le differenze vengano risolti in maniera pacifica e in cui la forza devastante delle ideologie venga neutralizzata. La mia speranza – ebbe a dire Benedetto XVI – è che questi diritti umani fondamentali siano tutelati per tutte le persone in ogni luogo e i leader politici e religiosi hanno il dovere di assicurare il libero esercizio di questi diritti”. “La discriminazione e la violenza che ancora oggi i credenti sperimentano in tutto il mondo e le persecuzioni spesso violente di cui sono oggetto sono atti inaccettabili e ingiustificabili – ha affermato ancora Benedetto XVI – tanto più gravi e deplorevoli quando vengono compiuti nel nome di Dio”: è un concetto forte del pensiero ratzingeriano. È la via dei valori e dei principi condivisi.

AUTORE: Antonio Colasanto